Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Poetto, la grande bellezza tra miseria e nobiltà

Fonte: L'Unione Sarda
20 dicembre 2013

Giancarlo Cao: come restituire un'anima alla spiaggia - “A ben guardare”, un libro di riflessioni nel centenario del primo stabilimento

 

La fotografia dei cento anni è il Poetto di oggi. Baretti, panorami, albe e tramonti, sabbia (inesorabilmente grigia e terrosa), improbabili e innaturali sostegni per agevolare la risalita da un mare che si è fatto troppo profondo e pietroso, “laghi” sempre più vasti formati dalle mareggiate, un'invasione di erbe palustri come non si era mai vista. Parole, immagini e capitoli scanditi dal numero delle stazioni, che richiamano le vecchie fermate del tram lungo il litorale. O meglio il cammino della spiaggia dei centomila che ricorda, soprattutto negli ultimi decenni, le soste di una via crucis fatta di incompetenze, menefreghismo, abbandono, occasioni perse. È uno sguardo d'insieme, generale e particolare su un Poetto in cerca di riscatto, nell'anno che celebra il secolo di vita della spiaggia tra Cagliari e Quartu. Era il 14 luglio 1913: il trenino a vapore portava a termine la sua corsa inaugurale, nella stessa mattinata veniva aperto - là dove oggi c'è il D'Aquila - il primo stabilimento balneare, il Padiglione centrale dei bagni degli imprenditori Carboni. Si chiudeva l'era di Giorgino, i cagliaritani scoprivano la loro meravigliosa spiaggia fino a quel momento irraggiungibile.
Un secolo. È davvero arrivato il tempo di mettere a fuoco che cosa è il Poetto, che cosa potrebbe diventare, che cosa non si deve fare per assicurare un futuro al litorale che un tempo ospitava i casotti. Giancarlo Cao, scrittore e documentarista, riapre il dossier Poetto (è il quarto libro dedicato alla spiaggia sotto la Sella del diavolo, dopo i preziosi La Città estiva uno e due). Lo fa raccontando il paesaggio di oggi, ragionando sulle cose da fare e da evitare. Non si crogiola nella nostalgia, tralascia anche i misfatti del ripascimento, l'ultimo scempio in ordine di tempo ai danni di una spiaggia privata del suo inestimabile tesoro, quei granelli bianchi e fini che la rendevano unica. Guarda e racconta il litorale com'è, alternando parole d'amore e di civile indignazione. L'invito è rivolto a tutti, come è chiaro fin dal titolo, A ben guardare , sottotitolo: Prove di paesaggio al Poetto (VerbaVolantVideo, 42 euro). Non si parla dei casotti, quelle straordinarie architetture spontanee che suscitarono l'ammirazione di Gillo Dorfles (ma c'è una foto che fa sognare: la duna di sabbia in primo piano che quasi sovrasta una casetta azzurra in legno). Cao si occupa a lungo delle nuove strutture leggere tra Cagliari e Quartu, che dovrebbero essere il futuro della spiaggia. Da attento osservatore racconta (e illustra attraverso decine di immagini) le condizioni dell'arenile, sempre più ferito dalle mareggiate («Ogni anno lancia segnali sempre più allarmanti - scrive Cao - è come se il Poetto ci dicesse che da solo non ce la fa»).
L'autore boccia senza riserve il progetto di trasformare il vecchio ospedale Marino - chiuso da venticinque anni - in un centro di riabilitazione e di cura, un controsenso, secondo Cao, su una spiaggia che dovrebbe nutrirsi della sola vocazione turistico-balneare. Lo scrittore invita soprattutto a pensare a un progetto organico che tenga conto della necessità di salvare la spiaggia e che le dia, o le restituisca, un aspetto e un'anima balneare. Cao chiede di fare uno sforzo per immaginare il Poetto del futuro. Serve più coraggio (anche nell'affrontare la spinosa questione degli stabilimenti in muratura), perché ormai le promozioni turistiche sbandierate su depliant e web cominciano a stridere con le reali condizioni dell'arenile. Occorre una visione generale per ridare al paesaggio più amato dai cagliaritani la grande bellezza perduta.
Lello Caravano