Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Due progetti per il nuovo Sant'Elia Quello del Cagliari è già pronto

Fonte: L'Unione Sarda
20 dicembre 2013

Una struttura “all'inglese”, tribuna centrale e distinti sono coperti -

 

Il nuovo Sant'Elia disegnato dal Cagliari calcio ricorda Is Arenas ma ha qualcosa in più. La tribuna centrale, coperta, con cinquemila poltroncine rosse e blu, è la stessa. La novità sono i Distinti, con tetto e chiusi dietro. Ai lati, unite dai “formaggini”, naturalmente le Curve, anche queste d'acciaio, non fatte con i tubi Dalmine. Lo stadio del futuro (se mai sarà costruito dopo la demolizione di quello attuale) è basso, occuperebbe un'area ridotta e avrebbe il campo da gioco a sette metri e mezzo dalle tribune. In tutto ventimila posti. Il rendering (cioè la rappresentazione grafica del progetto) è stato portato nei giorni scorsi al Comune, come proposta, tentativo di iniziare un percorso concreto. Nel frattempo, le partite in casa si disputano davanti a cinquemila spettatori, l'agibilità per arrivare a dodicimila (ed eventualmente a sedicimila) non si vede, e la Commissione provinciale di vigilanza per i locali di pubblico spettacolo (il famoso organismo che stoppava le autorizzazioni nell'impianto quartese) è stata cancellata per taglio di fondi. Dice il presidente del club, Massimo Cellino: «Noi non chiediamo nient'altro che giocare a pallone». E sembra una cosa banale e scontata, salvo ripensare alla squadra senza fissa dimora e pellegrina dell'anno scorso.
Il nuovo Sant'Elia dei desideri della Giunta guidata da Massimo Zedda ha una serie di elementi completamente diversi da quelli della società di viale La Playa e dovrà scaturire da un concorso internazionale di idee aperto agli architetti e agli ingegneri civili e ambientali senior. Si prevede la ristrutturazione dello stadio, che diventerebbe «polifunzionale e polivalente, aperto anche ad attività complementari, moderno complesso sportivo adatto a ospitare non solo il calcio ma anche rugby e atletica». L'idea della maggioranza che governa la città è quella di un ambizioso progetto di riqualificazione del quartiere popolare che si affaccia sul mare, con la passeggiata, le piste ciclabili, la metropolitana, l'arena concerti e, intorno allo stadio, centri per la formazione e i congressi, sedi delle associazioni, spazi votati allo svago e al benessere (fitness, sauna, beauty farm), negozi, ristoranti, bar, alberghi. Insomma, tutto tranne “Città-mercato” e palazzi. Il primo premio è di 50 mila euro, il secondo di 15 mila, il terzo di 10 mila. Poi, «subordinatamente all'effettiva disponibilità dello stanziamento nel bilancio... il Comune potrà affidare al vincitore l'incarico della progettazione preliminare nonché dei successivi gradi di progettazione. Il valore stimato per le competenze professionali è di 1 milione e mezzo di euro...».
Ricapitolando. Da un lato c'è la proposta di demolire il Sant'Elia e realizzare uno stadio “all'inglese”, senza pista d'atletica, in tempi rapidi, contemporaneamente all'utilizzo di quello attuale, per non lasciare ancora una volta team e tifosi senza casa, tutto a spese del Cagliari calcio.
Dall'altro c'è l'ipotesi di ristrutturare il Sant'Elia e fare uno stadio di vecchia concezione, cioè con la pista d'atletica e quindi il campo distante dalle tribune, inserito in un mega intervento per tirare su attività varie, in tempi non quantificabili ma sicuramente non brevi, anzi, lunghi, con risorse pubbliche ancora in buona parte da recuperare. Nel frattempo il Governo Letta lavora a un provvedimento sugli stadi, per il rilancio dell'impiantistica sportiva, inserito, dopo mille polemiche, nella legge di Stabilità che deve essere approvata da Camera e Senato. E sono all'incirca dieci anni che se ne parla.
Cristina Cossu