20 dicembre 2013
«Mi hai delegittimato, così ho perso credibilità» - La lettera al sindaco di Susanna Orrù dopo l'addio ai Servizi sociali
Mercoledì l'assessore ai Servizi sociali Susanna Orrù si è dimessa. Lo ha fatto con una lettera al presidente del Consiglio comunale nella quale spiega le ragioni del suo gesto. Ecco il testo integrale della missiva.
Caro sindaco, a due anni e mezzo dall'avvio della nostra comune esperienza amministrativa sento il dovere, verso la città, verso le tante persone con cui ho avuto l'onore e il piacere di lavorare, verso i tanti compagni di partito che mi hanno supportato e sostenuto, di fare alcune valutazioni e di trarre qualche conclusione.
Sono stati certamente anni difficili, drammaticamente tormentati da una crisi senza precedenti. Consapevole della gravità di tale contesto di difficoltà di tante persone e famiglie, non ho rinunciato alla frontiera dell'ascolto e della comprensione del bisogno. Ho cercato di guardare in faccia il volto della sofferenza che questi anni difficili ci consegnano, sul presupposto che soltanto una conoscenza non superficiale avrebbe consentito di attuare le politiche giuste, cum aciem longinquitas fallat (poiché la lontananza inganna la vista).
E d'altro canto ho cercato di essere fedele a quel grande movimento che ci ha consentito di andare al governo di Cagliari cercando di praticare costantemente partecipazione, trasparenza e programmazione.
LE COSE NON REALIZZATE Tante le cose non realizzate secondo le mie intenzioni e secondo il mio sentire. Ma ci tengo a citare alcune delle cose per le quali mi sono impegnata nel corso della mia esperienza, insieme alle tante professionalità interne all'assessorato e al mondo del sociale; che hanno pienamente condiviso con me questa esperienza, tanto impegnativa e sfidante, quanto esaltante per l'idea di potere concretamente risolvere, anche se in parte, alcuni problemi.
A titolo puramente esemplificativo posso citare: il rilancio del Plus, con la nuova programmazione e l'avvio di una integrazione sociosanitaria dei servizi, portato avanti in modalità partecipata, con il coinvolgimento di oltre 300 portatori di interesse, e con la previsione di una essenziale infrastruttura sociale innovativa;
l'impegno e il lavoro sull'annosissima questione Rom: superamento dell'idea di campo e avvio dei piani per l'inclusione sociale, scolastica, formativa e lavorativa, anticipando le linee guida del Ministero; progetto in più occasioni citato dall'Unicef come buona pratica;
la proposta della Banca Ore Sociali, in linea con le più innovative esperienze di welfare generativo, che mira ad introdurre il sacrosanto principio di responsabilità nella relazione tra istituzione e cittadino percettore di aiuto e sostegno. Perchè il rispetto e la dignità della persona e la sua promozione costituiscono priorità per l'ecosistema della nostra comunità.
la proposta e il progetto di un Patto di Comunità “Cagliari Venti20”, ove soggetti; istituzionali, soggetti imprenditoriali, mondo della rappresentanza economica e sociale, associazionismo e cooperazione, università e finanza etica, potessero mettere a fattor comune saperi, risorse, esperienze e tempo, alimentando e valorizzando una cultura della responsabilità sociale e di territorio. Coerentemente con il nuovo ciclo di programmazione europea, ti ho chiesto, e non ho ottenuto, di inserire come obiettivo strategico dell'amministrazione il contrasto alle povertà e alla dispersione scolastica;
approvazione del progetto per la rete Pua – Uvt (punto unico d'accesso e unità di valutazione territoriale), per la presa in carico integrata delle persone con bisogni socio-sanitari complessi;
definizione di Accordi interistituzionali e Protocolli d'Intesa e progettazione per servizi: nel settore della Salute Mentale per la realizzazione di progetti di inclusione lavorativa integrata; nel settore Minori per la presa in carico integrata delle situazioni complesse di tutela dei minori e sostegno alle famiglie, nonché per il rilancio dell'affidamento familiare e quindi di nuove esperienze solidali ; nel settore Anziani e Disabili per lo sviluppo e la sperimentazione di un sistema di cure domiciliari integrate;
regolamento generale dei servizi sociali, condiviso con la maggioranza, inspiegabilmente non esitato da un atto di Giunta. Coprire il vuoto dell'assenza di regolamento era una priorità per la quale mi sono impegnata con gli uffici, per ristabilire condizioni di equità e giustizia nell'accesso e per garantire la necessaria trasparenza tanto auspicata.
MANCANZA DI SUPPORTO Proprio in virtù di tali risultati, e di altri, oggi sento più che mai l'importanza di dare slancio alla questione delle Politiche Sociali a Cagliari. Ed è proprio per tale consapevolezza che mi trovo costretta a rassegnarti le mie immediate dimissioni.
Non c'è stato il tuo supporto necessario, la dose minima ed indispensabile di condivisione, politica e strategica, con il risultato che molte, troppe delle iniziative e dei progetti non hanno trovato uno sbocco operativo. Con la frustrazione di non poter realizzare pienamente quanto intrapreso, cioè, di ridisegnare, da Sinistra, un nuovo approccio alle politiche sociali in questa città.
Ho provato, caro Massimo, a stabilire con te una comunicazione, in tutti i modi; mi sono ritrovata, mio malgrado, dinanzi ad un muro di gomma; sordo e silente dinanzi alle sollecitazioni mie e del servizio Politiche Sociali. Questa si chiama delegittimazione. Un assessore delegittimato perde la propria credibilità e capacità operativa, sia all'interno degli uffici che con il variegato e complesso mondo di riferimento. Queste le ragioni che mi conducono ad esitare una scelta difficile e drammatica, con l'augurio che tale mio gesto possa rilanciare l'azione dell'assessorato; perché ne ha bisogno la città, perché lo meritano tutte le persone che spendono la propria professionalità con generosità e spirito di servizio.
Caro Massimo, mi assumo l'onere della decisione. Ti tolgo da ogni imbarazzo. Sciolgo tutti i nodi. E mi dimetto. E ricorda, spero ti possa aiutare nel lavoro che ti attende nei prossimi mesi, la lotta alla povertà non è un vezzo personale, ma un bisogno profondo e radicato della città.
Susanna Orrù