Ampliamento a 12mila posti: tutto rimandato al 2014 - La prefettura: nuovo progetto incompleto. Ma non si sa chi deve dare il sì definitivo
Il progetto è arrivato ma, manco a dirlo, «è incompleto», stando a quanto fanno sapere da piazza Palazzo. Dunque nessun sopralluogo, nonostante i Distinti siano pronti da giorni: prima bisognerà integrare gli atti consegnati alla prefettura, che dopo l'abolizione della commissione provinciale di vigilanza mantiene sempre il coordinamento di un «tavolo tecnico» con competenze simili. Per i 12mila posti tutto è rimandato al 2014. Il sogno di aumentare la capienza in occasione della sfida - forse la più sentita dalla tifoseria - casalinga contro il Napoli si infrange contro la burocrazia. Soprattutto perché in piazza Palazzo ancora si attende il parere del Consiglio di Stato sulle procedure da adottare dopo che a fine novembre la legge sulla Spendig review ha inserito il collegio guidato dalla Prefettura tra gli «organismi inutili».
PROGETTO DA INTEGRARE In teoria la competenza sull'agibilità spetterebbe ora alla commissione comunale, la stessa che ha dato il via libera ai 5mila spettatori. Ma in Municipio aspettano di ricevere comunicazioni ufficiali. «Il progetto da 12mila posti è arrivato, ma deve essere integrato», fanno sapere da piazza Palazzo, dove martedì si è svolta la prima riunione per esaminare il progetto. E il parere del Consiglio di Stato? «Speriamo di riceverlo quanto prima». La situazione di impasse riguarda tutte le prefetture d'Italia. Nel frattempo si può contare sul «tavolo tecnico», coordinato dal prefetto. Le differenze con la commissione sono per gli addetti ai lavori: quest'ultima è un collegio in grado di approvare il progetto, mentre il primo serve semplicemente per raccogliere i parere di tutti gli enti coinvolti. Cioè Asl, Vigili del fuoco, uffici comunali, Questura, Genio civile, Coni.
CHI DEVE DECIDERE? Quindi chi dovrà dare il via libera definitivo all'ampliamento di capienza? Non è chiarissimo, ma tant'è: il progetto deve ancora essere integrato e la speranza è che nel frattempo arrivi la decisione dei giudici amministrativi. La società di viale La Plaia, che non partecipa alle riunioni in prefettura, non ha ricevuto per ora nessuna richiesta di integrazione. Nel frattempo il Cagliari ha pronta la prima bozza del progetto dello stadio del futuro.
IL NUOVO SANT'ELIA Un impianto che stando alle prime indiscrezioni avrà la Tribuna centrale e i Distinti al coperto, spalti fissi e non più amovibili come quelli attuali e una prima fila a non più di 7 metri dalla riga del fallo laterale. I disegni sono pronti e la società ha già informato il Comune: l'obiettivo è di avviare un primo confronto per la riqualificazione - stavolta definitiva - dell'impianto. Gli uffici però non hanno ancora ricevuto l'ordine di bloccare il concorso internazionale di idee per la riqualificazione dello stadio, che, teoricamente (così è stato detto dal dirigente durante una recente riunione della commissione Lavori pubblici) dovrebbe essere bandito entro l'anno. Questo significa che il Cagliari venga escluso, anzi. Però parteciperebbe alla gara come tutti gli altri e dovrebbe seguire le linee guida che prevedono, tra le altre cose, il recupero della pista d'atletica.
IL CONTENZIOSO Intanto in tribunale si è svolta la prima udienza che riguarda la vicenda Clarin Italia-Cagliari calcio, con il deposito dei documenti con cui la società, che ha realizzato una parte delle tribune dello stadio Sant'Elia, vorrebbe dimostrare la proprietà di una parte delle strutture metalliche. Atti che servono a sostenere la richiesta di sequestro di una parte (le passerelle che portano dall'esterno all'interno dell'impianto).
UDIENZE A GENNAIO La risposta però dovrebbe arrivare a gennaio, quando si svolgeranno altre due udienze. La prima, il 9: se il ricorso presentato dall'avvocato della Clarin dovesse essere accolto bisognerebbe smontare le passerelle e rifare tutto in tempo record perché senza di esse non può essere autorizzato l'accesso all'impianto. Secondo appuntamento davanti al giudice il 20: si deciderà se accogliere o meno la richiesta della stessa società di accedere al cantiere. In questo caso il Cagliari non c'entra nulla: i problemi riguardano i rapporti con altre ditte che eseguono i lavori. (m.r.)