In tutta la Sardegna è radicata la tradizione delle sacre rappresentazioni, autentici capolavori che richiamano migliaia di fedeli
Al Lazzaretto di Cagliari si rinnova la mostra con un centinaio di opere L'antico borgo di Gergei si anima come la Betlemme di duemila anni fa
Quest'anno compie sessant'anni tondi-tondi, ma non li dimostra: considerato, a ragione, uno dei presepi più belli dell'Isola, se non addirittura il più bello. Sono due i segreti del fascino che esercita su grandi e bambini l'imponente rappresentazione della Natività costruita nel 1948 da Fra Lorenzo (al secolo Bevenuto Pinna da Sardara, 88 anni, francescano cappuccino dalla lunga barba bianca), ospitata da sempre in un'intera stanza del convento di Sant'Antonio da Padova, in viale Sant'Ignazio da Padova a Cagliari. La capacità di raccontare una storia, mostrandola dal vivo grazie a decine di personaggi che si muovono, come all'interno di un gigantesco carillon. Se poi la storia è quella della nascita del bambino Gesù, allora gli ingredienti della felicità ci sono tutti. «Tra tanta spettacolarità - raccontava fra Lorenzo, ormai da anni punto di riferimento per centinaia di persone che arrivano da tutta la Sardegna solo per confidarsi con lui - mi interessa tener fermo un punto: ricordare il significato del messaggio natalizio di un Dio che si rende solidale con l'umanità per salvarla e quindi partecipe di ogni momento della vita degli uomini». Rinnovato qualche anno fa con l'apporto di nuove tecnologie (dvd e videoproiettori che hanno sostituito i filmini superotto) il presepe meccanico racconta fedelmente per duecento volte al giorno la storia della Natività, accogliendo sino alla metà di gennaio migliaia di fedeli e visitatori. E quando tutti i personaggi iniziano a muoversi meccanicamente, allora l'attenzione dei bambini (ma anche dei genitori) viene rapita per tutta la durata della storia, senza bisogno di costosi effetti speciali o animazioni tridimensionali, stile videogame. Si comincia con le tenebre della notte da cui spiccano solo le finestre illuminate di qualche casetta di Betlemme, seguito da un temporale e dall'albeggiare del giorno, quando tutta la scena prende vita.
In primo piano ci sono San Giuseppe e Maria che abbracciano Gesù Bambino, con il racconto che si chiude all'arrivo dei Re Magi che consegnano i doni. Finita la storia, usciti dal buio della saletta attigua alla chiesa, non è raro ascoltare la voce dei bambini più piccoli intonare il più classico "Tu scendi dalle stelle", come fece nel 1954, quattro anni prima di morire, il beato fra Nicola da Gesturi, con quella semplicità che suona tanto di santità.
COSTUME E CULTURA Sono quasi duecento, invece, le figure vestite con costumi sardi delle varie zone dell'Isola che animano il presepio dell'ex chiesa di Santa Restituta. Esteso in quasi sessanta metri quadrati, tutto ruota attorno alla grotta della Natività che viene ospitata in un nuraghe. Tra fede e cultura, poi, il presepe allestito a Cagliari nell'Orto Botanico dell'Università, in viale Fra Ignazio, con la tradizionale Sacra Famiglia in terracotta che affiorano nella vegetazione, dove spiccano anche le piante rare citate nella Bibbia. Tante, poi, le chiese parrocchiali del Medio Campidano che accolgono scene di natività, più o meno artistiche. Da citare sono sicuramente il "Presepe multietnico" a Turri, oppure quello di Genuri, ma anche le Natività di Villamar (con i monumenti del territorio di Podda) o ancora quelli di Segariu e di Furtei. Spostandosi ad Olmedo, infine,nella chiesa romanica di Nostra Sigora di Talia, si può ammirare il tradizionale presepe di pane, con i personaggi e le figure della Madonna, San Giuseppe e Gesù bambino modellati con la pasta e poi cotti al forno, seguendo l'antica tecnica di panificazione del paese sassarese.
MOSTRA Giunta alla sesta edizione, il centro comunale d'arte del Lazzaretto, quartiere di Sant'Elia a Cagliari, anche quest'anno ospita la Mostra dei Presepi. Un centinaio quelli provenienti dai maggiori centri della provincia, ma anche dal Medio Campidano, dall'Oristanese e dal Sulcis Iglesiente, realizzati dagli studenti delle scuole elementari e medie, ma anche da associazioni parrocchiali, gruppi o semplici appassionati sfruttando i materiali più diversi. Da quelli tradizionali, di varie dimensioni, a quelli in pietra, oppure in legno e sughero, ma anche utilizzando plastica, vetro e prodotti riciclati. Particolarmente belli quelli modellati con l'argilla, ma anche le scene che raffigurano la Sacra Famiglia assemblate con centinaia di piccole conchiglie. Organizza l'associazione Club Modellismo & Hobby di Serramanna, in collaborazione col consorzio Camù e col Comune. L'esposizione, inaugurata il 6 dicembre, può essere visitata da adulti e bambini fino a domenica 11 gennaio dalle 9 alle 13 e dalle 16 alle 20.
VIVENTE È un'esperienza suggestiva quella che vive a Gergei, dove l'antico borgo conserva ancora le case e le strade d'un tempo. Qui, grazie all'impegno di tanti volontari, ogni anno è possibile vivere l'emozione del presepe vivente, o come la chiamano in paese "Sa Nascimenta", organizzato dall'associazione culturale "Su Sessini". Vestiti con gli abiti semplici che si usavano un tempo in Galilea, oppure con le armature antiche dei legionari romani, centinaia di personaggi si animano per riportare indietro l'orologio di duemila anni, ripercorrendo le tappe principali della Natività. È così che, per qualche ora, il centro storico della cittadina diventa Betlemme. Suggestivo anche il presepe vivente che viene organizzato a Desulo alla vigilia con i personaggi vestiti in costume della tradizione barbaricina.
FRANCESCO PINNA
18/12/2008