Inaugurazione Finita la campagna di scavi
È la versione dei portici di via Roma dell'antichità. Solo che il porticato del complesso archeologico di Sant'Eulalia, sorretto da colonne e non pilastri, originariamente era una struttura molto più imponente. Datato al IV secolo dopo Cristo e inserito nel circuito degli edifici annessi al porto, era stato costruito seguendo un criterio urbanistico strategico, per dare l'immagine di una città maestosa e benestante.
Cagliari, a distanza di quasi vent'anni dall'inizio degli scavi nell'aerea, che si trova proprio sotto la chiesa di Sant'Eulalia, svela uno dei suoi preziosi segreti. Nel corso della campagna conclusiva, portata avanti dal Comune, sono stati messi in luce entrambi i lati del portico colonnato, di cui si può dunque conoscere la larghezza, che è di 8 metri, insieme a un tratto di 25 metri della sua lunghezza.
L'ESPERTA «Era un'opera pubblica di grande impatto scenografico, coperta da un tetto a spioventi e alta oltre quattro metri», dice la dirigente della Soprintendenza per i beni archeologici di Cagliari e Oristano Donatella Mureddu, «nelle precedenti campagne era già stata individuata ma si può dire che ora è stato davvero trovato il grande portico monumentale».
La Mureddu, che è anche coordinatrice scientifica dei lavori, nel corso della presentazione delle ultime scoperte con cui si concludono gli interventi di scavo ieri ha descritto il monumento e ripercorso le fasi del cantiere, avviato «nel 1990, quando era stato ritrovato casualmente un pozzo».
IL SANTUARIO URBANO Campagna dopo campagna, strato dopo strato, Karales ha restituito «una sovrapposizione di muri, pavimenti e massi di straordinaria importanza, in una superficie di 840 metri quadri». Dal santuario urbano della seconda metà del III avanti Cristo forse dedicato a una divinità punica alla strada lastricata del IV d. C., fino ad arrivare al portico.
IL SINDACO «Si tratta di un'importante tessera che va a comporre il mosaico della storia cagliaritana», ha detto il sindaco Emilio Floris. «E pensare che la letteratura - ha commentato Rossana Martorelli, coordinatrice didattica, docente dell'Università di Cagliari - non fa nessun riferimento a queste strutture».
IL PARROCO A credere in quella che inizialmente sembrava un'impresa impossibile è stato fin dall'inizio il parroco don Mario Cugusi. Che ha ricordato, in aperta polemica con l'amministrazione comunale, i due decenni di incessante ricerca di fondi da destinare agli scavi da parte della parrocchia. Non ha nascosto poi di non aver gradito la targa “Opera cofinanziata dall'Ue” sistemata dal Comune, che ha curato il completamento delle opere di restauro, scavo e valorizzazione del complesso ecclesiale, per un importo di 500 mila euro.
MARIANGELA LAMPIS
18/12/2008