Soru incontra Veltroni. Scontro Gasparri-Soro sul Pd nell'Isola
Si fa intricata la crisi politica sarda. Ieri Soru ha incontrato Veltroni. Scontro Gasparri-Soro.
Sette giorni all'alba e uno scacchiere che rende ancora tutto possibile. Il commissariamento del Pd e le elezioni anticipate restano più di un'eventualità, ma non sono da escludere nuovi cambi di scena prima della scadenza di Natale (il ritiro o meno delle dimissioni di Renato Soru). Ieri il governatore ha avuto un lungo faccia a faccia a Roma con Walter Veltroni ma non sono emerse certezze. Incontro interlocutorio, si direbbe, con la necessità di nuovi approfondimenti in vista della direzione nazionale di domani.
Con il Pd nazionale in affanno, sembra improbabile peraltro un azzeramento dei vertici sardi del partito proprio in stretta concomitanza con le emergenze morali in Abruzzo o in Campania . Proprio sulla questione etica c'è un affondo pesante di Maurizio Gasparri, capogruppo al Senato del Pdl: «Il partito ha problemi anche in Sardegna. Soru è indagato per reati gravi». Il riferimento è al caso Saatchi con un'inchiesta che a breve potrebbe regalare novità. Immediata la risposta del capogruppo alla Camera del Soro: «Il rigore morale di Soru non è in discussione».
GLI SCENARI POSSIBILI Il muro contro muro tra gli schieramenti del Pd sardo non offrono ancora spiragli di ricomposizione, così resta in piedi la prospettiva di un commissariamento imminente. Tra i possibili pacieri circolano i nomi di Andrea Orlando, portavoce del Pd, e del deputato romano Michele Meta. Il segretario sardo Francesca Barracciu ribadisce la propria volontà di mettersi «al servizio del partito» per uscire dall'impasse, ma la strada verso un intervento diretto di via delle Fratte in Sardegna resta ancora intricata. Le elezioni anticipate a febbraio restano poi nel mirino di Soru, che però potrebbe correggere il tiro sul filo di lana, anche perché il governatore continua a ribadire l'importanza del «passaggio» in Consiglio di lunedì prossimo. E di possibile ritiro delle dimissioni ha parlato ieri anche “L'Unità”, il quotidiano di proprietà di Soru. Resta però difficile la ricomposizione interna del partito che non riesce ancora a superare i nodi critici. Il soriano Chicco Porcu vede ancora «posizioni troppe ambigue» per una schiarita definitiva.
L'AFFONDO DI GASPARRI Da Maurizio Gasparri arriva intanto una polpetta avvelenata: «La questione morale che investe il Pd è sotto gli occhi di tutti». Ma il suo leader «tace clamorosamente» sulla vicenda che riguarda il governatore dimissionario della Sardegna. Il senatore del Pdl sostiene che «Veltroni ha finora parlato di Abruzzo, accennato alla questione campana, ma della Sardegna non ha mai detto una parola. Non ha detto che Soru è indagato per gravi reati relativi ad una gara d'appalto». La gara è Saatchi. Così «sarebbe scandaloso se Soru ritirasse le dimissioni da presidente della Regione sulla base di un nuovo patto di maggioranza che gli garantisca un mandato pieno. Che dicono tutti i componenti del suo partito?».
CONTRATTACCO DI SORO La replica non si fa attendere: «Il senatore Gasparri, occupandosi della Sardegna, ha perso una buona occasione per tacere», accusa Antonello Soro, perché «Renato Soru è un galantuomo che non si è arricchito con la politica e che trova avversari e sostenitori per le scelte di governo. Non è mai stato in discussione per il suo rigore morale». Quanto alla crisi della Regione, continua il capogruppo del Pd a Montecitorio, è noto che il governatore si sia dimesso sulla legge urbanistica, «per coerenza con la politica seguita in questi anni, nei quali con leggi e atti di governo ha saputo tutelare il territorio, l'ambiente, l'identità dei sardi, attraverso una profonda innovazione». Sull'inchiesta aperta dalla Procura di Cagliari nessun commento. (g. z.)
18/12/2008