Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Vent'anni nella casa-tugurio

Fonte: L'Unione Sarda
9 dicembre 2013


VIA PODGORA. La mini casa della famiglia Podda sarebbe dovuta essere provvisoria

 

In quattro in 40 metri quadri tra amianto e umidità

 


Doveva essere una soluzione provvisoria ma sono passati 20 anni e non è cambiato niente. I coniugi Antonio Podda e Silvia Grussu sono ancora in attesa di vedersi assegnare dal Comune una casa “normale”. Nel frattempo, non avendo alternativa, sono costretti a vivere in un tugurio di 40 metri quadri in via Podgora 2, piano terra, insieme ai due figli di 24 e 16 anni.
CASA-TUGURIO L'alloggio è freddo, anzi, ghiacciato, pieno di spifferi, umidità e muffa. Il riscaldamento non c'è. La stanza da letto ha una finestrella che si affaccia sui fornelli della cucina. La privacy non esiste, si dorme insieme. L'impianto elettrico e quello idrico sono da terzo mondo. La cucina è una veranda semichiusa con una “salutare” tettoia in eternit. La condotta fognaria principale, in cemento-amianto, attraversa proprio nel mezzo l'appartamentino. Ogni tanto il tubo si rompe. Risultato: i liquami di tutto il palazzo si riversano in casa. Mentre all'esterno abbondano i topi e le blatte.
DISPERAZIONE E RABBIA «Non avremmo mai pensato di ritrovarci così dopo vent'anni», si dispera Silvia Grussu, 44 anni, «la casa è invivibile. Abbiamo paura per la nostra salute dopo una lunghissima esposizione all'amianto. All'epoca accettammo questa soluzione solo perché doveva essere temporanea. Ci promisero che dopo breve tempo avremmo avuto un alloggio definitivo, in condizioni decenti. Invece ci hanno abbandonato e siamo rimasti parcheggiati qui».
LAVORI BLOCCATI In via Podgora e in via La Somme sono in corso i lavori di messa in sicurezza e ristrutturazione delle facciate. Quando gli operai sono arrivati all'altezza di casa Podda, il capofamiglia Antonio, 45 anni, li ha cacciati via. «Ci stanno prendendo in giro», tuona, «a cosa serve rifare le facciate se le case all'interno cadono a pezzi?».
PERICOLO AMIANTO «Qui serve una ditta specializzata, bisogna operare con guanti e mascherina non a mani nude e senza protezioni come volevano fare loro». Dello stesso avviso il presidente provinciale dei Verdi, Roberto Copparoni, che ha indetto una conferenza stampa oggi alle 15 in via Podgora. L'obiettivo è denunciare il dramma della famiglia Podda, sensibilizzare l'opinione pubblica e il Comune. «Nonostante la Asl abbia segnalato l'insalubrità dell'alloggio», incalza Copparoni, «l'impresa che ha in appalto i lavori di ristrutturazione pretende di eseguire la bonifica con la famiglia dentro casa». «Chiediamo», conclude con gli occhi lucidi Silvia Grussu, «di poter parlare con il sindaco Massimo Zedda. Ci appelliamo alla sua sensibilità, nella speranza che possa prendere a cuore il nostro caso e risolverlo».
Paolo Loche