Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Il centrosinistra va all'offensiva La Finanziaria? «Un imbroglio»

Fonte: L'Unione Sarda
4 dicembre 2013

Diana: tagli a lavoro e scuola, pronti a una controproposta
Spariti i 45 milioni del piano straordinario del lavoro, introvabili i 60 del fondo dello sviluppo. E il taglio delle accise? «Una bufala: occorre un miliardo per un risparmio di otto centesimi a litro. Cappellacci dove lo trova?». Ieri mattina in Consiglio regionale i rappresentanti del centrosinistra non sono stati teneri col governatore e la Finanziaria di fine legislatura. «È lo specchio del suo fallimento certificato dal crollo di tutti gli indicatori economici», ha commentato Giampaolo Diana, capogruppo Pd, annunciando una controffensiva in tempi rapidi: la presentazione di una serie di proposte alternative con la speranza che facciano breccia tra le file della maggioranza.
L'ALTERNATIVA Lavorando di accetta sulle indicazioni iniziali della Giunta, il centrosinistra conta di recuperare durante l'iter di approvazione della Manovra circa 300 milioni di euro. Su questo tesoretto Pd, Prc e Sel sono pronti a dirottare risorse per lavoro, coesione sociale, formazione e istruzione e per un fondo straordinario per il riassetto territoriale in modo da mitigare il rischio idrogeologico.
Per Giuseppe Stocchino (Prc), è una Finanziaria «con tanti zero nei capitoli e segnata profondamente dalla campagna elettorale e dagli scontri nel centrodestra. Ma sui temi del lavoro niente soldi e poche idee».
Il capogruppo di Sel-Sl, Daniele Cocco, molto critico invece sull'aumento della spesa sanitaria, cresciuta di trecento milioni in cinque anni («e di questi 40 servono per consulenze»).
PARERI NEGATIVI Entrando nel merito il vice presidente della Commissione Bilancio, Franco Sabatini (Pd), sostiene che il piano straordinario per il lavoro è un mezzo bluff. «Peccato che i 45 milioni stanziati sono il frutto dell'azzeramento di tutti i capitoli per le politiche attive per il lavoro previste ordinariamente. Quanto al fondo per sviluppo e la competitività, si tratta di vaghe promesse, sostanzialmente di un capitolo ad uso bancomat, infatti con 60 milioni di euro si vorrebbero finanziare le opere immediatamente cantierabili, nuovi Piani integrati d'Area, la riduzione del carico fiscale sulle accise e sugli oneri impositivi. Cifra del tutto insufficiente ma non solo. Infatti si tratta solo ed esclusivamente di un annuncio, tutto viene rinviato a provvedimenti da approvare successivamente, così come promesso già nella finanziaria dello scorso anno».
Infine Gian Valerio Sanna (Pd): boccia la Manovra perché «manca di spirito e di moralità: aumentano solo le spese per l'apparato del Presidente». In conclusione: una finanziaria di favori alla vigilia delle elezioni. Che non avrà vita facile nella versione originaria, dicono i rappresentanti del centrosinistra: contano di smontarla, confidando anche nei mal di pancia all'interno del centrodestra, certificati da defezioni nelle commissioni consiliari chiamate a dare un parere preventivo sulla Manovra 2014. «C'è un clima da fine impero», commenta l'ex assessore Sanna.
RISPOSTA La replica è arrivata in serata: «Come ogni anno gli esponenti dell'opposizione», hanno commentato il presidente Cappellacci e l'assessore Alessandra Zedda in una nota congiunta, «si lanciano in dichiarazioni spericolate e demagogiche. Dopo attente ricognizioni e dopo un percorso che ha coinvolto enti locali, parti sociali e associazioni di categoria, abbiamo destinato le risorse disponibili verso settori strategici pensando al bene esclusivo delle imprese e delle famiglie e al sostegno degli enti locali. A parte le dichiarazioni da campagna elettorale, le opposizioni non hanno indicato da dove si dovrebbero recuperare 300 milioni, a meno che non intendano lasciare senza stipendio la quasi totalità dei dipendenti regionali». Quanto alle linee programmatiche Cappellacci e l'assessore Zedda vantano «la conferma dei 580 milioni per il Fondo unico per gli enti locali e gli interventi straordinari delle politiche per il lavoro, la riqualificazione delle principali infrastrutture e i trasferimenti per fronteggiare le emergenze sociali e sanitarie non ultima quella dell'alluvione». La guerra delle cifre è iniziata.
Antonio Martis