SHOPPING. Si inizia domani
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Una cosa è certa. Natale non basterà a salvare l'annata. Il 2013 è stato un incubo per i commercianti. In città il giro d'affari è calato, in media, del 20%, con punte del 30%. Molti negozi hanno chiuso. Tanti altri annaspano e cercano di resistere. In che modo? Proponendo sconti e promozioni fuori stagione. A Natale si tenterà solo di limitare i danni ma il bilancio finale sarà (certamente) in perdita. Nella speranza di invogliare le persone a comprare, i circa 100 negozianti del Centro commerciale naturale Insieme (attivi per la maggior parte nelle vie Garibaldi, Manno e Alghero) apriranno anche la domenica, a cominciare da domani e fino a Natale.
«L'orario sarà quello canonico dei giorni feriali», spiega il presidente del sodalizio, Franco Fozzi, «ossia di mattina dalle 10 alle 13 e di sera dalle 17 alle 20,30 o 21, a seconda del flusso di clienti. Negli ultimi dieci giorni faremo orario continuato. Dipendesse da noi, lavoreremmo anche fino a mezzanotte, ma con la crisi che c'è, tenere aperto a lungo non servirebbe a niente. Il problema, infatti, è che la gente non compra più». In un negozio di abbigliamento lo scontrino medio non supera i 65 euro. «I cappotti restano invenduti perché costano troppo. Chi può permetterselo, al massimo fa una follia e si cambia il maglione». Il consorzio "Insieme" (oggi Centro commerciale naturale) è nato 11 anni fa, quando la crisi ancora non c'era. Commercianti in ginocchio. «Purtroppo sta andando sempre peggio», commenta sconsolato Fozzi, che vende abbigliamento da oltre 40 anni, «il 2013 è stato disastroso, il peggiore che io ricordi. Lo stato di grave abbandono delle vie dello shopping non aiuta. Il centro dovrebbe essere il biglietto da visita della città, invece è molto trascurato». Per incentivare gli acquisti, Fozzi assicura che nel periodo festivo i prezzi non aumenteranno. «Al contrario», dice, «tanti negozi stanno proponendo sconti del 20-30%». Promozioni speciali cominciate in realtà già nel mese di ottobre per cercare di restare a galla. «I settori più in crisi sono calzature e abbigliamento», chiosa, «resistono elettronica e giocattoli. Un padre può rinunciare alle scarpe ma non può deludere il figlio. Qualcosa sotto l'albero deve fargliela trovare». I saldi scatteranno il 6 gennaio e dureranno, come da tradizione, 60 giorni.
Paolo Loche