Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Sotto i banchi per non morire»

Fonte: L'Unione Sarda
2 dicembre 2013

Il drammatico racconto degli alunni della Prima C del Dettori
Vedi la foto
«Dopo il primo crollo, tre miei compagni si sono nascosti sotto il banco per non essere colpiti dai detriti. Io sono riuscita ad uscire dalla classe nonostante non vedessi nulla. Ero accecata dalla polvere. Poi è venuto giù tutto. È stato un incubo».
Una studentessa della Prima C del liceo Dettori, a due giorni dal drammatico crollo del soffitto nell'aula al pianoterra della scuola di via Cugia, ricorda ogni istante, ogni momento di quella mattina che solo per una fortunata coincidenza non si è trasformata in una tragedia. Attimi e momenti difficili da dimenticare. «Grazie a Dio siamo tutti salvi», aggiunge una compagna.
WEEKEND DI RIFLESSIONE I 23 ragazzi, dopo lo scampato pericolo, sono tornati a casa. Spaventati dopo un venerdì surreale. Il weekend è servito per parlare con genitori, parenti, compagni e amici. Paura e rabbia si sono trasformati in grida di dolore rivolte alle istituzioni, alla politica: «È vergognoso che una scuola, cada a pezzi». Riflessione a voce alta di una 14enne che deve essere ascoltata e che merita una risposta. Perché, come ha detto realisticamente un vigile del fuoco osservando la classe dopo il cedimento, «li sotto potevano esserci cadavere».
Negli studenti della Prima C c'è la consapevolezza di aver rischiato la vita. Inutile nascondere una realtà. La foto di astucci, dizionari, fogli protocollo, giubbotti e borsette sotto la pioggia di mattoni, cemento e intonaco non lascia dubbi. L'aula sembra aver subito un bombardamento. «Sono andata a scuola come tutte le mattine. Ero tranquilla. Stavo facendo il compito di greco. In un attimo tutto si è trasformato in un incubo. È stato orribile. Però siamo sani e salvi. Un grazie alla professoressa Boy, e agli insegnanti e ai ragazzi che ci hanno aiutato».
VERSIONE PROVVIDENZIALE Chi ha vissuto quegli istanti, parla di miracolo. «Eravamo tutti in silenzio perché stavamo svolgendo la versione di greco. Alle 9,30 abbiamo iniziato a sentire dei rumori sopra la nostra testa. Abbiamo pensato che nella classe al primo piano sopra la nostra ci fossero dei lavori in corso. Mezz'ora dopo i rumori sono diventati più forti. Poi c'è stato uno scricchiolio. Una compagna ha visto una crepa aprirsi sul soffitto». È stato l'inizio dell'incubo. «Due miei compagni si sono alzati e urlando sono corsi verso la porta. È iniziata la pioggia di calcinacci ed è mancata la corrente elettrica. Siamo rimasti quasi al buio. Due grossi pezzi di intonaco hanno colpito in testa la professoressa Boy. Qualcuno si è nascosto sotto il banco per evitare di essere colpito dai detriti che venivano giù. Il crollo stava avvenendo nella parte centrale della classe. Così abbiamo costeggiato le pareti per arrivare alla porta. La stanza era piena di polvere. Non vedevo nulla».
LE URLA DELLA PROF La professoressa di greco, Simona Boy, con il volto pieno di sangue per le ferite alla testa, ha urlato a tutti di uscire. Lo ha ripetuto più volte anche e soprattutto ai ragazzi che cercavano riparo sotto i banchi. Quando tutti hanno raggiunto il corridoio c'è stato il boato: «Un rumore impressionante». Più di due metri quadrati del soffitto sono venuti giù travolgendo banchi e sedie vuoti. «La prof è stata semplicemente magnifica nonostante la ferita. È stata l'ultima a lasciare l'aula». L'insegnante venerdì sera è stata dimessa dal Brotzu con dieci giorni di cure.
DOVE ANDRANNO GLI STUDENTI Oggi la preside del Dettori, Valentina Savona, incontrerà i docenti all'ingresso del liceo dichiarato inagibile e decideranno quando riprenderanno le lezioni (probabilmente mercoledì) e come distribuire le 29 classi tra il Besta (19 classi), il Leonardo Da Vinci (5) e lo stabile di via Rolando (5).
Matteo Vercelli