Associazioni e cittadini alla Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza sulle donne. Un serpentone partito da piazza Garibaldi ha sfilato nella omonima via, dove molti negozianti hanno esposto scarpe e abiti in vernice rossa
In corteo colorato e silenzioso. Scarpette rosse, sciarpe e foulard dello stesso colore per dire "Stop alla violenza sulle donne". Con questo grido in 500 sono scesi in piazza questa sera a Cagliari: associazioni, cittadini e cittadine hanno aderito alla Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza sulle donne. Un serpentone partito da piazza Garibaldi ha sfilato nella omonima via, dove molti negozianti hanno esposto in vetrina scarpe in vernice rossa o altri capi della stessa tonalità.
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Il corteo ha raggiunto il Bastione di Saint Remy. Ad aprirlo sono stati gli striscioni di "Se Non ora quando", Cgil Cagliari, Uil Sardegna. E dal palco non poteva mancare un pensiero ai morti e alla distruzione provocata dall'alluvione di lunedì scorso. "Siamo un popolo forte ci solleveremo", ha detto Diletta Mureddu, responsabile Centro donne della Cgil.
L'invito degli organizzatori è stato quello di partecipare con indosso un capo di colore rosso. "Oltre a rappresentare il sangue versato dalle tante vittime di violenza, per noi – spiega Elisabetta Vadilonga di Snoq - è il colore della lotta, passione, la voglia di reagire ai mille soprusi fisici e psicologici". La manifestazione è il momento clou di "Cagliari cammina contro la violenza", una settimana di eventi organizzata dalla Commissione Pari Opportunità e dall'assessorato competente del comune di Cagliari.
"Abbiamo voluto coinvolgere la città e la città ha risposto - ha sottolineato Paola Piras, vice sindaco di Cagliari - E' stata una bella lezione di vita vedere questa mattina tanti giovani avvicinarsi in Municipio per mettere in bella mostra le scarpette rosse". Sulla terrazza di Saint-Remy la serata è proseguita con la lettura di brani scelti da "Ferite a morte" di Serena Dandini e interpretati dalle voci di Rossella Faa, Patrizia Littera e Gisella Vacca.