IL CASO. Bloccati i quesiti sul futuro del Poetto e la viabilità nel centro storico
Il suo sogno era un referendum sulle regole da dare al Poetto e all'urbanistica nel centro storico. Peccato però che il Consiglio comunale non abbia ancora approvato il regolamento che, dopo l'abolizione delle Circoscrizioni, consentirebbe di coinvolgere i cittadini nelle scelte del Municipio. «Il tema della partecipazione democratica è stato un cavallo di battaglia durante le elezioni», ricorda Gianfranco Carboni, ex presidente della prima Circoscrizione e attuale presidente - con tessera del Pd - dell'associazione Quadrifoglio. «Al momento però è impossibile organizzare un referendum, previsto da 23 anni, perché manca il regolamento». L'articolo 67 dello Statuto dice: «Il referendum promosso dai cittadini è ammesso quando è richiesto da 5.000 elettori iscritti nelle liste del Comune».
Quando Carboni ha cercato di trasformare in qualcosa di più concreto la sua proposta su Poetto e centro storico, ha fatto la scoperta: anche depositando le fatidiche 5mila firme il referendum non si potrebbe fare. Il regolamento che lo renderebbe possibile è fermo da mesi in Consiglio comunale. Manca ancora un accordo tra i partiti, in particolare tra quelli della maggioranza. «Siamo un po' in ritardo ma ci stiamo impegnando per dare alla città un adeguato strumento di partecipazione - dice il presidente della commissione Affari generali Filippo Petrucci -. Dopo la chiusura delle Circoscrizioni è venuto a mancare un importante collegamento tra la cittadinanza e le istituzioni. Il referendum può essere una strada giusta, forse con un sistema adeguato di partecipazione non avremmo avuto episodi come quello degli alberi del Terrapieno». (m.r.)