Il sindaco di Serrenti, nella provincia del Medio Campidano, si rivolge a Letta, Gabrielli e Cappellacci. È polemica sull'allerta meteo: c'è stata solo confusione.
di Gian Luca Becciu*
A seguito degli ultimi episodi alluvionali che hanno interessato il territorio italiano e, soprattutto, a seguito dei numerosi allerta meteo e di rischio idrogeologico diramati devo evidenziare alcune gravi criticità riscontrate durante tali fasi.
Innanzitutto è da rimarcare come la mancata istituzione da parte della Regione Sardegna del proprio Centro Funzionale renda del tutto impossibile una corretta, appropriata e precisa gestione di tutte le fasi di allerta. Le informazioni, ufficiali, in caso di allerta sono infatti ora così troppo generiche da impedire agli enti preposti di adottare azioni preventive concrete e mirate. Le stesse informazioni trasferite ai Sindaci, quali autorità locali di Protezione Civile, e da questi poi veicolate ai cittadini risultano eccessivamente generiche.
L'attivazione delle misure di pre-allerta, allerta, attenzione ed emergenza previste nei piani comunali o comunque attivabili sul territorio devono basarsi su informazioni reali e concrete e rischiano pertanto di non essere efficaci e di non essere neanche attivate a causa del difetto di comunicazione e della genericità degli avvisi.
Molti Sindaci hanno fatto notare come dall'arrivo di un allerta per rischio idrogeologico di criticità moderata non segua poi alcun flusso informativo né sull'evolversi delle condizioni meteo né sull'evolversi della stessa criticità. Per di più nessuno comunica ai Sindaci l'esito dei monitoraggi effettuati sui corsi d'acqua e sul territorio da parte dei presidi territoriali idrogeologici e le uniche informazioni sono quelle dei monitoraggi attivati direttamente dal Sindaco.
Per di più l'invio di avvisi di allerta così generici non seguiti da un'attenta analisi dell'evoluzione meteorologica sta di fatto snaturando la stessa funzione dell'avviso di allerta che ora è visto da tutti soltanto come un mero atto di scarico delle responsabilità verso l'ente ricevente e non come strumento valido necessario e insostituibile per garantire la reale sicurezza del cittadino e del territorio.
Per non parlare poi degli effetti deleteri che si stanno verificando sui cittadini a seguito di emissione di allerta che, essendo troppo generici, non corrispondono poi alla realtà e causano nei fruitori di tali avvisi, cittadini appunto ma anche operatori del sistema di Protezione Civile, sfiducia su tale strumento di informazione.
Durante l'ultimo allerta per rischio idrogeologico con criticità moderata (ancora in corso) numerosi Sindaci si son chiesti se attivare o meno procedure cautelative come chiudere Scuole o preavvisare i cittadini non potendo contare su indicazioni e informazioni costanti sull'evolversi del tempo.
Inoltre frasi del tipo "dalle prime ore della mattina" o "dalla tarda serata" hanno creato confusione e molti Sindaci le hanno interpretate in modo diverso creando diversi approcci anche in comuni distanti solo pochi chilometri e attraversati dal medesimo corso d'acqua.
Sempre in questo contesto deve poi inquadrarsi l'utilizzo da parte del cittadino di strumenti di informazione nuovi e immediati che, senza nessuna validazione scientifica, su Internet o su altri strumenti di comunicazione, informano in maniera più costante e immediata dell'evolversi delle situazioni meteo (anche con indicazione dei mm di acqua caduti o che cadranno) con informazioni incontrollate che spesso configgono o superano addirittura i dati in possesso degli Enti istituzionalmente competenti in materia di Protezione Civile che non possono né smentirli né confermarli.
Questo genera confusione e diffidenza tra i cittadini e nelle stesse attività di Protezione Civile poiché non si riesce a dare una comunicazione certa, univoca e affidabile.
Non è più derogabile da parte della Regione Sardegna l'adozione delle linee guida per la predisposizione dei piani comunali e provinciali di Protezione Civile. Nonostante le innumerevoli rassicurazioni ad oggi la Regione non ha ancora adottato tali linee guida costringendo Province e Comuni ad "arrangiarsi" con procedure e pianificazioni diverse per garantire un minimo di pianificazione ai cittadini. Questo deve andare di pari passo alla realizzazione di un'adeguata, autonoma e efficiente sala operativa regionale di Protezione Civile che svolga esclusivamente compiti di Protezione Civile e sia ubicata per funzionalità e praticità in una sede appropriata e baricentrica.
Stessa cosa si può dire per gli automezzi e le attrezzature della Colonna Mobile regionale di Protezione Civile che, attualmente, sono tutte ubicate presso il centro servizi antistante il CASIC a Macchiareddu in area a rischio alluvione (si allagò anche il 22 ottobre 2011 durante l'alluvione di Capoterra e fu un'impresa arrivarci per prendere mezzi e attrezzature) mentre tali mezzi e attrezzature sarebbero più utili e funzionali distribuiti sul territorio e affidati alle strutture territoriali di Protezione Civile. Non è infatti pensabile che durante un emergenza, con il sistema viario al collasso, i mezzi debbano partire da Cagliari verso il resto dell'isola.
Non meno importante è l'aspetto relativo alle risorse finanziarie. Attualmente la Regione Sardegna, pur avendo programmato il fondo regionale di Protezione Civile annualità 2007 (oltre 4.700.000 €) con delibera della Giunta regionale n. 52 del 27 ottobre 2008, non ha ancora iscritto in bilancio tali somme e pertanto non si sono potuti attuare gli interventi programmati per:
- Acquisto mezzi ed attrezzature da destinare a Comuni e Province;
- Rimborso spese e contributi alle Associazioni di Volontariato per il tramite delle Province;
- Potenziamento del Sistema di Protezione Civile;
- Redazione piani territoriali di Protezione Civile;
- Programmi operativi di previsione, prevenzione e soccorso.
A causa di questo inspiegabile ritardo (3 anni) nell'iscrivere queste somme in bilancio non si è potuto neanche procedere alla programmazione dell'annualità 2008 (ultima annualità finanziata) del fondo regionale di Protezione Civile pari ad oltre 4.500.000 € che andrebbero totalmente destinati alle attività di previsione, prevenzione e soccorso derivanti dal rischio idraulico e idrogeologico sul territorio.
Tutto ciò premesso si ritiene pertanto indispensabile un interessamento al fine di poter consentire nell'immediato, per quanto di competenza, a tutte le strutture operative locali e agli enti di Protezione Civile un'effettiva e concreta applicazione delle indicazioni operative per prevedere, prevenire e fronteggiare eventuali situazioni di emergenza connesse a fenomeni idrogeologici e idraulici emanate dal Dipartimento Nazionale della Protezione Civile significando che, al momento, sussistono gravi ostacoli al suo puntuale adempimento con un notevole aumento del rischio per il territorio e i cittadini.
*Da: Gian Luca Becciu, Sindaco di Serrenti
A: Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento della Protezione Civile (Fax 0668202440), Regione Autonoma della Sardegna, Direzione Generale della Protezione Civile (Cagliari); Prefetto di Cagliari (Fax 070653798); Sindaci della Regione Sardegna (fax 0706066716);
Strutture e volontari del Sistema di Protezione Civile; Mezzi di Comunicazione
Oggetto: Rischio idraulico e idrogeologico - criticità riscontrate nella gestione delle attività di previsione, prevenzione, allertamento e soccorso.