16 Novembre 2013 ore 09:25
Massimiliano Cecalotti, autore dei messaggi telefonici dove veniva segnalato il nome di Paolo Pinamonti per la Soprintendenza del Teatro diffusi dal primo cittadino, risponde alle accuse
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Ieri il primo cittadino ha diffuso le copie degli sms inviati al proprio portavoce dal sindacalista Massimiliano Cecalotti: “Ho visto determinazione sulla nomina del Sovrintendente”, scrive Cecalotti il 27 settembre 2012, "La proposta del maestro a riguardo…spero sia stata vagliata o trovi il tempo per sentirla: Fammi sapere qualcosa grazie…La persona si chiama Pinamonti”. E mezz’ora dopo scrive: “Ti chiedo solo di dire a Massimo di rispondere alle sue chiamate e di sentirlo personalmente. La nomina è l’anello mancante per il nostro futuro…bisogna vagliare ogni possibilità…grazie di cuore a presto”. Il nome di Paolo Pinamonti, ha rimarcato il sindaco nel corso della conferenza stampa, non rientrava tra quelli arrivati nell'ambito della manifestazione di interesse promossa dal primo cittadino nel giugno 2012.
La consegna di copia degli sms alla stampa ha poi scatenato la reazione del sindacato del Teatro che ieri ha diramato un comunicato:
Il sig. Massimo Zedda, Sindaco di Cagliari, ha perso un’altra occasione per dimostrare di meritare l’incarico che (temporaneamente) i cagliaritani gli hanno affidato.
L’ineleganza e la scorrettezza (per usare due eufemismi) di chi esibisce nel corso di una conferenza stampa il testo di un messaggio privato, la dice lunga sullo spessore culturale ed umano della persona alla quale la città ha affidato le proprie sorti. Si tratta di un comportamento che si commenta da solo e non ha bisogno di repliche. Anche perché è del tutto inutile e dimostra l’esatto opposto di quello che il sig. Zedda vorrebbe far credere.
Dimostra, infatti, ciò che è di dominio pubblico: e cioè che in un primo momento si era instaurato, tra il sig. Zedda ed i rappresentanti sindacali del Lirico, un clima costruttivo di dialogo e di collaborazione reciproca, con scambi informali di email ed sms (che ben potrebbero essere esibite, se solo si volesse utilizzare il ben poco elegante metodo “Zedda”) contenenti richieste, suggerimenti, consigli, tutti volti alla scelta migliore per il Lirico e per il futuro dei lavoratori.
Questo clima, poi, è bruscamente cambiato, come tutti sanno, e senza alcun apparente motivo: sarà forse la Magistratura a svelarcelo se e quando si arriverà al rinvio a giudizio del sig. Zedda. Tutto ci saremmo potuto aspettare, noi lavoratori del Lirico, tranne che di avere “contro” un sindaco di sinistra. Evidentemente, quel “Ora tocca a noi” che tanto era piaciuto in campagna elettorale era un refuso grafico: doveva esserci scritto “Ora tocca a moi” (in francese: “ora tocca a muà”).
Massimiliano Cecalotti
Rappresentante Sindacale USB