Dura lettera al primo cittadino
Lo strappo, l'ennesimo, si è consumato giovedì sera durante una riunione di maggioranza convocata proprio per discutere del Lirico. E il solco tra sindaco e Pd si è fatto ancora più profondo dopo che il capogruppo dei democrats Davide Carta ha consegnato una lettera - condivisa, si dice, con lo Stato maggiore del partito - che ha il sapore dell'ultimatum. Per il Pd si è arrivati a un «punto di non ritorno».
La sentenza del Tar, scrive Carta, «lede non solo la tua immagine di presidente della Fondazione, ma coinvolge il tuo ruolo di sindaco e la nostra maggioranza in Consiglio comunale, in quanto è stato messo in discussione uno degli aspetti di maggiore rilevanza del nostro programma: la trasparenza delle scelte politiche e degli atti amministrativi».
E poi: «Non è stata la prima e purtroppo nemmeno l'ultima volta che hai deciso senza dare la giusta considerazione alle parole dei consiglieri e senza confrontarti con la tua maggioranza: il progetto collettivo che era la forza della nostra proposta per la città è rimasto lettera morta». Il presidente del gruppo Pd poi conclude, offrendo il «contributo costruttivo» del partito: «sta a te scegliere se chiederlo, accoglierlo oppure ignorarlo come hai fatto troppo spesso fino ad oggi». Insomma: vista la risposta di Zedda, che ieri ha parlato di «api che volteggiano attorno al miele», c'è il rischio che la crisi, già grave, peggiori.
Ieri in difesa del sindaco è intervenuto il deputato di Sel Michele Piras, che ha replicato agli interventi di Andrea Pubusa: «Non finirà mai di stupirmi la quantità di energia impiegata da personalità storiche della sinistra nella polemica avversa alla medesima parte politica: prima quella frontale con Renato Soru, per lunghi anni, ora con Massimo Zedda, con una acredine incomprensibile e segnata da un palese conflitto di interessi fra l'attività professionale e la legittima espressione della posizione politica», scrive il parlamentare. «Dal 2004 a oggi non si ha memoria di altrettanti sforzi profusi nella polemica con il centrodestra. Ci piacerebbe tanto piuttosto che alcuni “vecchi leoni” della politica potessero ogni tanto assumere il ruolo del consigliere, invece che ergersi sistematicamente a supremo censore» e «non di rado insultare e minacciare». (m.r.)