Gli scatti di Daniela Zedda in mostra al Massimo
«In queste foto gli abbonati del teatro indossano costumi di scena che poi sono risultati assolutamente calzanti alle singole persone. Ne è venuto fuori un lavoro molto divertente». Daniela Zedda è una fotografa abituata a filtrare sotto pelle il lato ironico di chi si presenta davanti al suo obbiettivo. In un mix di intuito mai sbandierato, zelo battagliero e alta professionalità, arriva sempre esattamente dove vuole andare senza mai imporlo. «In realtà non so mai quello che voglio ma so sempre quello che non voglio», precisa. Perché puntualmente parte da un racconto che immagina. Stavolta ha infilato in uno stesso pensiero ventidue soggetti: «Nel mio immaginario gli spettatori erano interpreti di uno stesso spettacolo».
Così nascono gli splendidi scatti d'arte di “Questa è la nostra Stagione”, mostra fotografica nel foyer del Massimo di Cagliari che rende il pubblico protagonista nel cartellone di prosa 2013-2014 del Cedac. Ventidue ritratti tra abbonati storici e nuovi, già esposti in gigantografia per le vie del capoluogo, rappresentativi dell'avventura culturale intrecciata con la città da oltre trent'anni, in una esposizione visitabile per tutta la durata della prossima stagione. «Gli spettatori si sono sentiti davvero protagonisti e interpretavano la posa con un piglio da palcoscenico».
Nella sua carriera Daniela Zedda vanta moltissimi ritratti e altrettanti scatti durante gli spettacoli. A teatro si sceglie un posto fisso per non disturbare né il pubblico né gli attori. «Sul palco è lo spettacolo che detta le regole e scatto quando il pensiero che ho seguito raggiunge il culmine. Non sono una che mira a cogliere l'attimo, è sempre la fine del pensiero che mi porta a fare lo scatto». Nelle foto di scena di solito entra nei personaggi e li trasporta nel quotidiano. «Nei ritratti della mostra è successo esattamente il contrario: le persone che conoscevo e vedevo prima dello spettacolo ora interpretavano una parte». Non sottovaluta mai lo spazio dell'allestimento e fosse stato per lei avrebbe scelto di esporre sul palcoscenico. Ne sorride. Tanto prima o poi lo farà. Dice che l'insieme delle foto è un racconto ulteriore. Ecco l'ordine scelto, frutto del gioco di accostamenti dei ritratti con le varie trame di lettura. Guarda allo scatto di Piero Caravano, l'abbonato più anziano assieme a Antonietta Mainas Ricci, anche lei ritratta. «Dà il benvenuto interpretando quella parte di un signore di altri tempi». Un benvenuto al vecchio e al nuovo pubblico, a quello che abiterà i teatri sardi di domani.
«I nostri abbonati sono cresciuti di un buon 5 per cento, rispetto alla passata stagione e quest'anno sono oltre 2.500, nonostante la riduzione progressiva del contributo del Comune di Cagliari», sottolinea il presidente Antonio Cabiddu. Parte dagli 85 mila euro del 2010, arriva ai 40 mila del 2011, sino ai neanche 15 mila del 2013 ed evidenzia che l'importo è pari al 2,8 per cento dei costi complessivi (515 mila euro) e a 0,45 euro per spettatore pagante nelle 51 recite programmate. «Ma questa non è la sede adatta per esprimere le nostre osservazioni a una politica culturale che ci lascia sgomenti e increduli», chiude. Oggi è tempo di festeggiare il pubblico anche se pensa a una Cagliari finalista come Capitale europea della Cultura.
Manuela Vacca
@ManuelaVacca