Acquistato all'Hostel Marina
La formazione è per strada, con tanto di simulazione sui manichini stesi a terra e gli operatori del 118 impegnati a spiegare le regole di un gioco vitale. Cagliari prova a diventare «città cardio-protetta» con i defibrillatori a utilizzo pubblico e in piazza Santo Sepolcro si studia come farlo funzionare. Prove pratiche di pronto soccorso con il primo pezzo di una collezione che, si spera, si moltiplichi il più in fretta possibile.
E l'Hostel Marina è la prima struttura ricettiva per giovani d'Italia a dotarsi della macchina salvavita. «Il defibrillatore sarà a disposizione degli ospiti dell'ostello e di tutti i cittadini che si trovino nella necessità di effettuare un intervento davanti a una crisi cardiaca», spiega Claudio Cugusi, presidente onorario dell'associazione I sardi soccorso. «È solo il primo passo. Abbiamo intenzione di coinvolgere altre attività commerciali sparse nei vari quartieri per garantire un servizio di primo soccorso all'altezza di una città moderna».
In prima linea c'è l'Hsf, che ha curato la formazione dei dieci receptionst dell'albergo sotto via Manno. «Sino a poco tempo fa c'era una possibilità di sopravvivenza dello 0,1 per cento davanti a certi attacchi di cuore, adesso siamo passati al sessanta per cento se si interviene entro cinque minuti», spiega Luigi Cadeddu, il responsabile scientifico. «Se qui adesso qualcuno avesse un arresto cardiaco, l'ambulanza medicalizzata del 118 impiegherebbe quattordici minuti per arrivare dall'ospedale Marino, diciotto dal Brotzu, otto partendo da viale La Playa e dodici da piazza Giovanni. Tutti insufficienti per salvargli la vita». Cugusi s'inserisce nel discorso: «Col defibrillatore si può garantire la sopravvivenza se l'intervento è in un tempo stimato di quattro minuti».
Sono sessantamila morti ogni anno in Italia per arresto cardiaco, 337 nell'area vasta di Cagliari, 120 croci solo nel capoluogo, spesso anche di giovanissimi. «L'obiettivo è portare questo numero a zero», dice Cadeddu. E Cugusi annuisce. Luigi Lao, presidente regionale dell'Associazione degli ostelli, tiene in mano il nuovo arrivato nel quartiere che s'affaccia sul porto: «Ci è costato 1510 euro, accessori inclusi. È un regalo che abbiamo voluto fare alla città. Un servizio richiestissimo soprattutto dai turisti».
Sara Marci