Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Bloccati dalla burocrazia

Fonte: L'Unione Sarda
18 novembre 2013

I residenti: «Manca una firma del Commissario straordinario regionale»

 

Via Peschiera, lavori di messa in sicurezza al palo

 


I soldi ci sono, i progetti pure e non mancano neanche le autorizzazioni ad eseguirli: il piano per la messa in sicurezza del rione tra via Peschiera e piazza d'Armi tuttavia è fermo e nulla sembra muoversi all'orizzonte. E il tempo stringe visto che se non si vogliono perdere i fondi già stanziati la gara d'appalto deve partire entro dicembre. La denuncia arriva da Patrizia Tramaloni, portavoce del Comitato residenti che da anni si batte per la sicurezza di un quartiere edificato su un dedalo di cavità scavate per decenni da torrenti sotterranei. «Non esistono più motivi per attendere - protesta la donna -, grazie a un Accordo di programma del giugno 2012 il Ministero dell'Ambiente e l'assessorato regionale ai Lavori pubblici hanno messo in campo due milioni di euro per risolvere la nostra emergenza, a cui va aggiunto un altro milione proveniente dalle casse comunali. Ma nonostante i tecnici abbiano dato già parere positivo, manca ancora il via libera del Commissario straordinario delegato dalla Regione all'attuazione degli interventi previsti dallo stesso Accordo di Programma».
PASSO AVANTI La Giunta Zedda nel settembre scorso ha fatto un passo in avanti approvando il progetto preliminare per il consolidamento della via Peschiera e delle vie limitrofe per la mitigazione del rischio di frana e la messa in sicurezza della Piazza d'Armi. «I soldi possono essere spesi per questo tipo di interventi - prosegue la Tramaloni - nel marzo 2010 per noi si spese anche l'allora capo della Protezione Civile Guido Bertolaso, ma neanche il suo appello trovò risposta».
IL SOTTOSUOLO Il pericolo di un sottosuolo instabile è emerso in tutta la sua drammaticità nell'agosto del 2008 quando un'auto è sprofondata dentro una voragine aperta nel terreno. In breve tempo seguirono diciannove provvedimenti di sgombero per le famiglie residenti negli edifici più danneggiati. Il resto delle abitazioni mostra ancora i segni dei cedimenti «ma i proprietari paradossalmente non possono restaurarle - dice la Tramaloni - perché un terreno così instabile non sosterebbe i ponteggi né tantomeno il passaggio dei mezzi delle imprese edili». Durante un successivo sopralluogo erano state contate quattordici cavità sotterranee nella zona compresa fra piazza d'Armi, via Marengo, Merello, Castelfidardo, Montenotte e Peschiera, e individuati anche laghi sotterranei alimentati da perdite idriche e acque piovane.
LA PROTESTA «Il tempo delle attese è finito - conclude Tramaloni - sabato prossimo tutto il quartiere scenderà in piazza ancora una volta per una protesta a oltranza contro l'immobilismo di certe istituzioni. Vogliamo l'immediata partenza dei lavori. Ci sono le risorse e la volontà del Comune, manca soltanto la firma del Commissario straordinario. La nostra sicurezza non può essere una formalità burocratica».
Luca Mascia


Il caso

Se la burocrazia
può pregiudicare
anche la serenità

Era l'inizio di marzo del 2012 quando l'assessore al Traffico Mauro Coni e il dirigente, del settore Urbanizzazioni e mobilità Sergio Murgia annunciarono la costituzione di un super-assessorato per risolvere l'emergenza crolli in piazza d'Armi. L'attesissimo annuncio venne fatto durante un incontro con una delegazione di residenti nella sede comunale di via Sonnino. Gestirà per la prima volta in maniera unitaria tutti gli interventi nel famigerato rione dei crolli - dissero Coni e Murgia - evitando così iniziative scollegate da parte dei singoli settori comunali competenti (Protezione civile, Lavori pubblici e Viabilità).
È stato costituito un gruppo di lavoro composto da un pool di tecnici di diversi settori che hanno lavorato assieme. Successivamente sono stati stilati i progetti per la messa in sicurezza. Manca il tassello finale: l'appalto. E per bandirlo manca una firma. Il Municipio ha fatto la sua parte, possibile che la mancanza della firma di un funzionario regionale pregiudichi tutto?