Pioggia di proteste dalle associazioni. Il docente Andrea Pubusa: un provvedimento demenziale e anticostituzionale. Enrico Lobina: manifestare è un diritto
Autore: Federica Lai il 14/11/2013 12:59
Per manifestare a Cagliari occorre chiedere la concessione di suolo pubblico, esattamente come se percorrere le strade di una città in corteo equivalesse a mettere una bancarella. Non solo, è necessario presentare la domanda alla Polizia municipale almeno 30 giorni prima della manifestazione, indicando percorsi, soste, un numero indicativo dei partecipanti. Poi il comandante dei vigili urbani deciderà se concedere o no il suolo pubblico. “Un procedimento demenziale e anticostituzionale - spiega Andrea Pubusa, docente di Diritto amministrativo - perché va contro il diritto a manifestare, sancito dall’articolo 17 della Costituzione”.
Il caso era finito in Consiglio comunale lo scorso maggio con un’interrogazione presentata dal consigliere Enrico Lobina, Federazione della Sinistra. “Il diritto a manifestare – sottolinea Lobina – è un diritto di rango costituzionale, che il legislatore costituente ha inteso tutelare al massimo livello, e che non dovrebbe ricevere lo stesso trattamento delle occupazioni di suolo con finalità economiche. Oggi bisogna presentare due diverse domande a due diverse istituzioni. In questo modo si violano anche diversi principi del diritto amministrativo, per non parlare del concetto di ‘semplificazione dell’attività amministrativa’”.
A ottobre arriva la risposta scritta del comandante della Polizia municipale, Manuela Atzeni. “In base agli indirizzi della delibera di Giunta 260/2011 – si legge nella risposta scritta – è stato assegnato al Servizio della Polizia municipale il compito di provvedere al rilascio delle concessioni di suolo pubblico per le processioni religiose, le richieste temporanee di spazi da parte delle associazioni di volontariato, il volantinaggio, i banchetti elettorali, le manifestazioni e cortei di vario genere (politici, scioperi e manifestazioni varie)”.
Sull’argomento interviene anche il docente ordinario di Diritto amministrativo dell’Università di Cagliari, Andrea Pubusa, che bacchetta Zedda e il comandante della Polizia municipale. “Che dire? – scrive sul suo blog Pubusa - La previsione del Comune è così demenziale e in violazione dell’articolo 17 della Costituzione, che i cagliaritani che intendono manifestare possono del tutto prescindere dalla disciplina comunale, palesemente illegittima.
Sorprende però che sotto la giunta Zedda l’amministrazione comunale non sappia distinguere tra una libertà fondamentale e inviolabile e l’esercizio di attività di tipo economico. Una cosa sono le attività espressione della libertà di riunione (manifestazioni: cortei, riunioni in luogo pubblico e simili), altra cosa sono le manifestazioni commerciali, fieristiche, le sfilate di moda in piazza, l’installazione di bancarelle commerciali. Solo per queste ultime vale la disciplina comunale se s’intende occupare suolo pubblico. Ed allora, chi vuole esercitare il diritto di riunione in luogo pubblico può tranquillamente, ai sensi dell’articolo 17 della Costituzione, dare il preavviso alla Questura e sarà questa a provvedere affinché l’esercizio di questa libertà fondamentale non sia limitata o ostacolata dall’esercizio di altre libertà, come quella di circolazione. E’ sempre stato così.
Caro Massimo, se non vuoi cadere nel ridicolo, batti un colpo. Dì al comandante della Polizia locale di leggersi la Costituzione. E dimostra che tu l’articolo 17 l’hai letto, e anche capito”.