Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Una donna sola fa i conti con l'infanzia

Fonte: L'Unione Sarda
15 novembre 2013

“Lo scambio” di Dattena

 

È un teatro scomodo, duro, che attraversa i vicoli bui della vita, quello proposto oggi alle 21 all'Auditorium comunale di Cagliari da Teatro Barbaro, ospite della rassegna Find 31, con la pièce “Lo scambio”, scritta e diretta da Senio Dattena, interpretata da Maria Loi. Tema, la violenza sui minori. «Mentre scrivevo il testo, le parole mi hanno spinto in una direzione oscura», precisa l'autore. Al centro della trama, la storia di una donna sola ed emarginata che volge lo sguardo indietro facendo i conti con l'infanzia e l'adolescenza. «I personaggi che abitano questo lavoro possiamo essere anche noi che guardiamo», prosegue il regista: «L'aspetto della violenza sui bambini a cui faccio riferimento, consumata tra le mura domestiche, è trattato più che altro in maniera emotiva, anche se non mancano dei rimandi alla realtà. L'intero racconto è permeato da un sorriso triste e drammatico che accompagna la narrazione sino alla fine. Una sorta di seduta psicoanalitica, dove il personaggio inizia a parlare facendo affiorare ciò che aveva rimosso».
Oggi chi ha subito un abuso, o ne è stato testimone, trova il coraggio di parlarne anche pubblicamente. «Tante cose concorrono a far sì che di certi argomenti si possa parlare senza più vergogna», aggiunge Dattena: «Anche il cinema, il teatro, la letteratura, hanno puntato un faro sull'argomento, continuando a tenere accesa una luce. Spesso il silenzio di chi ha subito una violenza nasce dal fatto di considerarsi in qualche modo responsabile di quanto accaduto. Ci si domanda perché sia capitato a me. Se lo abbia chiamato io. A volte ci vogliono anni per darsi una risposta. Per capire che la colpa non è di chi ha ricevuto la violenza, qualunque essa sia: maltrattamenti, sessuale o psicologica». Riguardo l'ambientazione dello spettacolo: «È surreale e concreta al tempo stesso, ma anche floreale. In scena ci sono fiori finti che ho fatto fare a mano. L'attrice si muove tra questi fiori e il pubblico un poco alla volta ne scopre il significato». (c.a.)