Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Lirico, silenzio di ZeddaIl sindaco: non ho letto le sentenze del Tar

Fonte: L'Unione Sarda
13 novembre 2013


COMUNE. Caso Crivellenti: le interrogazioni di Farris e Chessa
 

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La sentenza ha stravolto la storia recente del teatro lirico, c'è perfino chi (il professore di diritto amministrativo Andrea Pubusa) ha chiesto un passo indietro al sindaco. Ma Massimo Zedda non ha ancora letto le diciassette pagine con cui il Tar Sardegna ha sostanzialmente demolito la nomina di Marcella Crivellenti a sovrintendente. «Ero a Roma per presentare la candidatura di Cagliari capitale della cultura per il 2019», ha detto ieri il primo cittadino durante la seduta di Consiglio comunale.
Zedda ha risposto alle interrogazioni urgenti di Giuseppe Farris (Pdl) e Gianni Chessa (Udc). «Io non mi sono ancora cimentato nel leggere la sentenza. Sono stato impegnato per tre giorni nello studio del progetto promosso dall'assessorato alla Cultura. Non volevo farmi distrarre da argomenti e documenti che avrebbero rischiato di compromettere la presentazione». Ai consiglieri, che gli chiedevano quale procedura si seguirà per nominare il sovrintendente del Lirico e soprattutto che sarà degli stipendi percepiti («illegittimamente») da Marcella Crivellenti, il sindaco ha ribattuto: «Non appena avrò modo di sentire gli avvocati deciderò cosa fare. Non è solo una scelta politica ma anche tecnica, che verrà assunta nei prossimi giorni. Sulle somme incassate dal sovrintendente vi ricordo che esiste la figura del “funzionario di fatto”».
Farris ha sottolineato la «non risposta» del sindaco: «A distanza di cinque giorni dalla sentenza, noto che questo è un tema che sta dettando l'agenda di tutti i media ma che passa in secondo piano per l'amministrazione». Chessa ha invece definito quella della Crivellenti una «nomina prepotente che ha fatto danno economico e di immagine».
Il sindaco ha poi esposto la relazione sulle società partecipate, rinviata da due settimane. Le Srl e le Spa di cui il Comune controlla pacchetti azionari «sono sane». Certo, molte hanno debiti e gli ultimi bilanci sono stati chiusi in perdita (è il caso della Multiservizi e della Società ippica, ad esempio) ma si deve considerare che «sono società che non possono produrre chissà quale utile, perché svolgono servizi pubblici. Poi in molti casi siamo stati costretti dalla legge a esternalizzare alcuni incarichi che prima svolgevamo con le nostre aziende». Tra le partecipate, spicca il Ctm. «Il consorzio è la concreta dimostrazione di come si possa gestire una società pubblica facendo utili», ha detto in questo caso Zedda. Parlando di Abbanoa invece ha sì evidenziato le difficoltà del gestore unico, ma ha pure ricordato di «quando il servizio idrico era di competenza del Comune e i cittadini erano costretti a riempire le vasche da bagno perché l'acqua non c'era a tutte le ore».
Il dibattito continuerà oggi. Ieri in Consiglio ha tenuto banco l'ampliamento del cimitero di Pirri, che prevede anche la «rimozione di due filari di alberi», circa venti pini. Questo importante dettaglio del progetto ha diviso l'aula. «I pini, una volta rimossi, difficilmente si riadattano», ha detto l'assessore Luisa Anna Marras in risposta alle perplessità arrivate dalla maggioranza. Si è trovato poi l'accordo sulla votazione della delibera grazie a un ordine del giorno (primi firmatari Maurizio Chessa e Anselmo Piras) che obbliga la Giunta a reimpiantare gli alberi a Pirri e «qualora non dovessero sopravvivere», a sostituirli con un «numero adeguato di piante».
Michele Ruffi