La sentenza del Consiglio di Stato
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La scuola elementare di Sant'Alenixedda, l'Istituto Deledda e le medie Manno non si toccano. I giudici del Consiglio di Stato hanno dato ragione alle mamme e ai papà degli studenti che avevano già vinto la battagli al Tar Sardegna contro il nuovo dimensionamento scolastico. La sentenza di secondo grado ha dichiarato improcedibile il ricorso del Ministero e dell'Ufficio scolastico regionale, scrivendo la parola fine alla battaglia intrapresa oltre che dai genitori, anche da molti studenti ed insegnanti.
Confermata, dunque, la decisione presa in primo grado dai magistrati del Tar Sardegna: l'istituto di Sant'Alenixedda non dovrà trasferirsi nella sede di via Castiglione, conservando la possibilità di svolgere le lezioni nelle aule della Santa Caterina. Non dovranno fare le valigie nemmeno i ragazzi del Deledda, così come gli alunni della scuola Manno che potranno proseguire a frequentare lo storico istituto cagliaritano. A “salvare” le tre scuole che erano state cancellate dal dimensionamento approvato dalla Regione, dopo il lavoro istruito da Provincia e Comune, era stato proprio il pronunciamento del Tar Sardegna (che aveva portato alla delibera del 10 settembre con cui la Regione aveva ottemperato alla sentenza) a cui il Ministero e l'Ufficio scolastico regionale hanno deciso di presentare ricorso. Assistiti dagli avvocati Andrea Pubusa e Riccardo Caboni, i genitori hanno così affrontato anche il secondo grado di giudizio al Consiglio di Stato che ieri si è pronunciato chiudendo la questione definitivamente. A bocciare il ricorso del Ministero sono stati i giudici della Sesta sezione. Nella camera di consiglio del 25 ottobre scorso, il collegio presieduto da Luciano Barra Caracciolo (a latere Aldo Scola, Maurizio Meschino, Claudio Contessa e Massimiliano Noccelli) ha espresso la «manifesta improcedibilità dell'appello» scrivono i giudici, «altrettanto manifestamente infondato peraltro, come si è accennato, anche nel merito». Il Consiglio di Stato ha rilevato che il Ministero sarebbe rimasto in silenzio in merito alla delibera della Regione, condannandolo anche a rifondere le spese processuali ai genitori.
La decisione dei giudici romani, almeno per quest'anno, salva le tre scuole che quest'estate hanno rischiato di essere spazzate via dal piano di dimensionamento, contestato da genitori e insegnanti anche di altri istituti. Come però accade da tempo per i tagli legati al sostegno (che ogni anno fanno piovere al Tar decine di ricorsi dai genitori dei bambini disabili), il rischio è quello che anche in futuro le scuole cagliaritane e della provincia siano chiamate a dover fare i conti con nuovi piani di dimensionamento che mettono a rischio anche istituzioni storiche che hanno formato intere generazioni di cittadini. (fr. pi.)