Il meteorologo protagonista al Festival della Scienza a Cagliari
Torchiani: ma i gas serra sono un problema
I capricci del tempo sono sempre esistiti. E le bizzarrie possono regalare un novembre scandalosamente bagnato di sole e irrinunciabilmente da maglietta corta, tanto che residenti e turisti ci metterebbero subito la firma per tutto il mese.
Non c'è da stupirsi, però. «Quest'estate prolungata si è già verificata in anni passati. Quarant'anni fa io e mia moglie eravamo in attesa del primo figlio e abbiamo fatto il bagno al mare il 4 novembre». Se la ride il colonnello Carlo Torchiani, appena fa esplodere quel ricordo lampo come una bolla di sapone. Il meteorologo che sulla Rai è un volto di Buongiorno Regione, arriva come relatore alla conferenza “Il clima in Sardegna: estrema variabilità e frequenza del capricci”, ieri alla sesta edizione del Festivalscienza, manifestazione che si concluderà domani a Cagliari. Un incontro in cui, alla presenza dei figli in sala, ha voluto omaggiare il generale dell'Areonautica Antonio Serra, tra gli attori principali della moderna meteorologia internazionale.
Sullo stupore e sugli allarmismi lo specialista scuote il capo. Anche perché, quando si parla di tempo meteo, vengono in aiuto episodi del passato e le serie statistiche. Infatti nel corso dei millenni ci sono state oscillazioni. Le terre ghiacciate non sono state sempre tali. Abbiamo dimenticato che i Vichinghi, popolo tutto fierezza e imbarcazioni ben fatte, erano arrivati in Groenlandia attorno all'anno Mille?
Negli anni seguenti le temperature medie hanno preso a diminuire accorciando la stagione del raccolto. E che dire del nord del pianeta nel 1816? «Era stato definito anno senza estate», sottolinea Torchiani. Ere glaciali più o meno piccole, cicli che si ripetono e, naturalmente, attività umane che incidono sulla grande circolazione generale. Tra le immagini mostrate durante la lezione non manca quella di una soluzione possibile al problema delle cosiddette “isole di calore” cittadine, che concorrono al surriscaldamento del pianeta: aree verdi sui tetti per contrastare il maggior calore derivante dal deserto di asfalto e cemento. «Le isole di calore contribuiscono a modificare il contributo termodinamico. Per il futuro sarà necessario adottare tutti gli strumenti necessari a non alterare il naturale ciclo climatico». Riduzioni di emissioni di gas serra incluse e nessuno si tiri indietro.
La Sardegna, isola a bassa antropizzazione, non soffre in maniera particolare delle situazioni tipiche dei grandi centri abitati. Ma ogni azione umana, anche la costruzione delle dighe, concorre a mutare il naturale equilibrio terra/suolo. I cambiamenti del clima sono dinanzi a noi. «Lo scorso aprile gli scienziati hanno verificato una superiore riduzione dei ghiacci al polo Nord e assistono all'aumento di quelli dell'emisfero Sud. Probabilmente ci sarà da rivedere i modelli matematici in uso».
La matematica resta il modo più sicuro per azzeccare le previsioni meteo. «I modelli matematici sono eccellenti e molto attendibili sino ai sette giorni». In seguito, per ovviare all'incertezza, si preparano dei modelli chiamati “ensemble” per estendere l'intervallo temporale della previsione meteorologica.
L'estate sarda è destinata a sopravvivere ancora? «I modelli ci dicono che da lunedì dovremo fare il cambiamento dell'armadio perché la temperatura scenderà». In borsa sarà meglio mettere un ombrello, avverte.
Manuela Vacca