Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Lavori bloccati in Consiglio

Fonte: L'Unione Sarda
6 novembre 2013


COMUNE. Il presidente Depau: «L'Aula va convocata quando ci sono i presupposti»
 

L'ultima vera riunione il 9 ottobre, da allora poco o nulla
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L'ultima, vera (e completa), riunione di Consiglio risale al 9 ottobre: una variazione di bilancio, l'approvazione dei documenti contabili della Scuola civica di musica e avvio dell'internalizzazione dell'istituto. Dopo ci sono state solo sedute a metà, interrotte dalla mancanza del numero legale (per due volte) e la pausa legata all'assemblea nazionale dell'Anci. Una «paralisi» dell'aula, per usare le parole dell'opposizione, arrivata fino allo stop di questa settimana deciso lunedì dalla conferenza dei capigruppo: niente riunione per mancanza di proposte di delibera. Manca la benzina, insomma: la macchina politica non può andare avanti. In realtà una riserva da cui attingere ci sarebbe anche stata. Si sarebbe potuta utilizzare la procedura d'urgenza per alcuni documenti, ma i rappresentanti dei vari partiti hanno deciso di non forzare la mano. Un «atto di serietà» come lo definisce il presidente del Consiglio Ninni Depau (Pd): «L'aula va convocata quando ci sono i presupposti, cioè le delibere», spiega.
POCHE DELIBERE Di sicuro le delibere della giunta, nelle ultime settimane, si sono ridotte. Ieri sera sono stati approvati due progetti proposti dall'assessore ai Lavori pubblici Luisa Anna Marras: il primo riguarda l'impermeabilizzazione del tetto del mercato ittico, il secondo alcuni interventi nel Tribunale dei minori e al Palazzo di Giustizia. Mancano però alcuni provvedimenti attesi da tempo: «Il Piano particolareggiato del centro storico ad esempio», dice Depau, «ma ci sono anche altri atti importanti che non sono ancora arrivati all'esame del Consiglio». In alcuni casi ci sono anche gli ingranaggi amministrativi che non vanno al passo di quelli politici: «Esistono tante iniziative dei consiglieri che ancora non hanno ricevuto il parere dei dirigenti e dunque non possono essere discusse in aula». Il presidente del Consiglio comunale sottolinea anche la necessità di «una maggiore attenzione ai lavori: se il numero legale manca due volte di seguito è innegabilmente un fatto negativo».
L'OPPOSIZIONE Il capogruppo del Pdl Giuseppe Farris parla invece di un Consiglio «paralizzato, ormai inattivo, che si regge sempre più sulle attività dell'opposizione. Il numero legale è quasi sempre garantito da noi: questo è lo specchio dell'immobilismo della Giunta Zedda. Una situazione su cui influisce sicuramente anche il temporeggiare del sindaco, che ha sulle proprie spalle più del 40 per cento delle deleghe. Alcune, come ad esempio quella alla Polizia municipale, le aveva tenute per se fin dall'inizio. Altre si sono aggiunte dopo l'addio degli assessori al Bilancio e al Personale, che ancora non sono stati sostituiti». Capita così che da settimane si trascini la presentazione della relazione sulle società partecipate: tra la pausa per l'assemblea dell'Anci e l'assenza di Zedda per un impegno in prefettura (una settimana fa), la discussione è stata rimandata.
LA RICOSTRUZIONE Sergio Mascia, capogruppo di Sel, ricostruisce lo “stop” del Consiglio: «La capigruppo è stata convocata lunedì e non giovedì, come al solito. La seduta dell'aula deve essere fissata almeno tre giorni prima e quindi per programmare i lavori martedì e mercoledì, come di consueto, avremmo dovuto ricorrere alla procedura d'urgenza. E non c'erano i presupposti». Diverso è l'aspetto del numero legale: «I consiglieri di maggioranza devono stare in aula. Il mio gruppo è sempre presente, l'unica eccezione riguarda chi è impegnato in Consiglio regionale», dice riferendosi a Giorgio Cugusi. «Va anche detto però che l'opposizione non ha fatto mancare il numero legale su documenti-cardine, in un caso addirittura su una proposta di delibera della commissione Trasporti che era stata approvata all'unanimità. Un ostruzionismo ingiustificato». Alessio Mereu (Riformatori) ricorda che una situazione come questa «non si è mai verificata prima» e aggiunge: «Giunta e commissioni producono poco, si utilizzano le giornate di Consiglio per discussioni di valore vicino allo zero. Nel frattempo documenti come il Piano particolareggiato del centro storico latitano. È un segnale che fa capire come ci sia poca voglia di affrontare i problemi della città».
Michele Ruffi