SAN MICHELE. La cerimonia nel cimitero con arcivescovo e autorità
Tra guerre e operazioni di pace 1041 morti
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Uno squillo di trombe, le forze armate in alta uniforme si mettono sull'attenti. Le note della banda della Brigata Sassari danno inizio alla cerimonia. «Siamo qui per un dovere di riconoscenza verso coloro che sono caduti nell'adempimento del loro dovere nel servizio alla nostra Patria». La voce calda e pacata dell'arcivescovo Arrigo Miglio arriva dritta al cuore. Mille e quarantuno vite spazzate in guerre e operazioni di pace, cinquanta croci di ignoti. «È nostro dovere ricordare i soldati di cui conosciamo il nome ed è ancora più importante pensare a quelli che nessuno più ricorda e di cui non si sa dove sia la sepoltura».
LA CERIMONIA Esercito, Marina, Aeronautica, Carabinieri, Guardia di Finanza: i picchetti in alta uniforme sono disposti con ordine attorno al sacrario del cimitero di San Michele. Sulla destra le bandiere e gli stendardi delle associazioni combattentistiche e d'arma, al centro le autorità civili, militari e religiose. Al di là delle transenne una gran folla di cagliaritani segue con attenzione il rito del 2 novembre. Qualcuno si commuove. «Siamo qui oggi anche per raccogliere idealmente tra le nostre mani le lacrime, il dolore e il sangue di tutti coloro che hanno sofferto per la morte dei nostri fratelli caduti».
RICORDO DEI CADUTI Lo sguardo del capo della Diocesi cagliaritana si posa sulle famiglie di alcuni militari morti nelle missioni di pace nei Balcani e in Medio Oriente dal duemila a oggi. Ma i pensieri corrono anche ai soldati caduti durante la Prima e la Seconda guerra mondiale e ai tanti uomini che nei decenni successivi hanno sacrificato la propria vita in nome della loro divisa.
LE AUTORITÀ La prima fila è istituzionale, disposti l'uno accanto all'altro il generale Gian Gabriele Carta, ex comandante della Brigata Sassari e della Regione Militare della Sardegna, il vice prefetto Carolina Bellantoni, il sindaco Massimo Zedda, l'assessore regionale alla Programmazione Alessandra Zedda, il comandante del Comando militare autonomo della Sardegna, generale di Corpo d'armata Claudio Tozzi, il consigliere regionale del Pd Giuseppe Cuccu, la rappresentante del Governo Andreina Farris e il commissario straordinario della Provincia Pietro Cadau. Alle estremità opposte del cordone Alessandra Bruder, console tedesco in Sardegna, e il collega inglese Andrew Graham.
LA PREGHIERA DEL SOLDATO «Giurando fedeltà alla bandiera abbiamo promesso amore e servizio alla Patria, nel ricordo del sacrificio di chi è caduto perché noi vivessimo in un mondo più libero e più giusto». Nuovo squillo di trombe, la "preghiera del soldato" precede la benedizione delle dieci corone d'alloro. Le autorità si avvicinano al Sacrario, qualche minuto di silenzio, poi partono le note suggestive dell'Inno del Piave. Una compagnia interforze rende gli Onori in armi alle vittime. Le cerimonia termina con la benedizione e deposizione di altre sei corone nel campo inglese e in quello tedesco. Alle undici e mezza la folla pian piano si disperde, il piazzale si libera, nel frattempo prosegue la tradizionale processione dei cagliaritani in visita ai loro cari. Torna il sole, i parcheggi di piazza Castellani sono di nuovo pieni.
Sara Marci