DIETRO LE QUINTE. Artigianato, moda, cibo e tradizione, quante imprese locali nell'evento
E nella coppa tanta Sardegna che sa fare
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La festa del “fatto in casa”, del made in Sardegna. La Sardegna più vera, dal cibo all'artigianato, dalla manodopera specializzata alle idee, chi sa “fare” è stato coinvolto e dentro questa finale, seppure per pochi giorni, in tanti hanno dato una mano concreta, indimenticabile. Senza pensare alla Russia e quel bizzarro modo di danneggiare la propria squadra non partecipando alla finale, a Cagliari invece c'è stata una gara per star dentro all'evento. A cominciare dagli operai addetti alla manutenzione, che hanno realizzato tutti i lavori dentro il circolo. Opere che il Tc Cagliari eredita, dopo aver chiuso ai soci e alla scuola tennis per oltre un mese. In attesa, ed è la speranza del movimento che ruota attorno al circolo numero 1 della Sardegna, che il Comune dia il via ai lavori per la copertura di alcuni campi: i soldi ci sono, sono stati “impegnati”, ma resta qualche inspiegabile ostacolo burocratico.
È piaciuta a tutti la rassegna dei costumi tradizionali di Cagliari e Quartu, indossati dalle ragazze che accompagnavano le squadre in campo o da quelle agli ingressi delle tribune. Così come hanno stupito, per l'eleganza e la preziosità dei tessuti, gli arazzi esposti nello studio televisivo di SuperTennis (la rete specializzata guidata dal vicepresidente dell'Unione Sarda, Carlo Ignazio Fantola), lavori prodotti dall'artista della moda Patrizia Camba. Così come ha impressionato la proposta di Nicola Marongiu, di “Sapori di Sardegna”: dappertutto, si potevano gustare o ammirare i dolci tipici, perfette riproduzioni dei gioielli sardi tradizionali. «Esperienza indimenticabile», sottolinea Marongiu, anche lui - come la Camba - finito sulle tv internazionali e sui giornali.
Ha vinto la sua Fed Cup anche la Bmw sarda, quella dei Vacca, che ha fornito le vetture per gli atleti e le delegazioni internazionali, scommettendo su un evento «andato davvero alla grande», dicono. Per l'occasione, in anteprima mondiale, sono stati presentati a Monte Urpinu alcuni nuovi modelli.
Se la Fit Servizi ha curato l'allestimento dei bar, sono stati i fratelli Francesco e Antonio Caddeo - quelli della Locanda - a mettere la loro esperienza al servizio dell'evento. Le giocatrici sono state “vestite” da Castangia, un'altra azienda cagliaritana che piazza un nuovo colpo dopo aver fatto indossare a Tiger Woods gli abiti con la griffe dei Grilletti. Su tutto, ha vigilato la Tiger, impresa cagliaritana che ha sistemato in tutti i punti nevralgici dell'impianto i suoi bodyguard, preparati anche a sopportare “assalti” di chi è abituato a passare sempre e dovunque. Un altro imprenditore locale, Ottavio Nieddu, affermato conduttore televisivo, ha curato la parte tecnica e fonica. Con Matteo Bruni, speaker della finale, la voce di Radiolina. E anche nei piatti si “parlava” sardo, perché nell'area ospitalità - curata dagli chef locali del Forte Village - tutti i cibi arrivavano da questa zona. Nella coppa, tanto sapore di casa. (e.p.)