Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

“L'anima e il volto”, i ritratti interiori di Mirko Pais

Fonte: L'Unione Sarda
11 dicembre 2008

La mostra Al Lazzaretto di Cagliari



Immobili, assorti, affinati dalla malinconia. Sono ritratti interiori quelli che Mirko Pais allinea sulle pareti del Lazzaretto di Cagliari, in una personale intitolata, non a caso L'anima e il volto . Ad accogliere il visitatore, una teoria di visi di donna senza sorriso. Un universo femminile che affida la sua capacità espressiva a pupille scrutatrici accese da un minuscolo puntino rosso. E ai colli irrigiditi da una tensione che si rivela nei colori lividi, nelle ombreggiature che tagliano i lineamenti. Non sembra dipingere il reale, Mirko Pais. Piuttosto, si spinge oltre l'apparenza. Negli oli su tela di una produzione incessante rappresenta la condizione della solitudine. Quando non del tormento, leggibile nelle mani chiuse a pugno o strette davanti alla bocca o contratte. Sui fondi, quasi interamente assorbiti dalla figura, appaiono talvolta cagnolini, fiori, paesaggi urbani che si infilano nelle grigie stanze dell'inconscio. È una pregevole innovazione dell'artista, l'innesto sui dipinti di frammenti di carta da parato, lacerti geometrici che contraltano il tumulto muto di un'umanità che non perde mai di compostezza. Nei cinquanta e più pezzi che compongono l'esposizione (troppi, con un effetto di affollamento che sottrae drammaticità all'insieme) trova posto una serie dedicata ai vecchi. Agli ultimi, come il Barbone o ai personaggi tragici come La madre dell'ucciso , o alla gente qualunque come la Comare . Sui loro volti, le rughe diventano tagli e cicatrici e i pennelli arrivano a scomporre la carne servendosi di un segno acuminato e di decise variazioni cromatiche. Il processo corrosivo chiazza abiti e capelli, sconvolge i lineamenti dei soggetti che rimangono riconoscibili, pur sottoposti a una sorta di misterioso reagente che ne mette a nudo la parte più segreta e meno felice. Pais, di professione medico, ha una grande attitudine all'osservazione. La sua perizia tecnica gli consentirebbe di praticare una liscia pittura di consolatorio verismo. Ma tra sé e la tipologia umana che gli passa davanti sceglie di instaurare una compartecipazione emotiva. La mostra, curata da Erica Olmetto (sino al 7 gennaio), offre almeno due livelli di fruizione. Sta alla sensibilità individuale apprezzarla come una galleria di ritratti di valore pittorico, oppure tentare di afferrare, di quei volti, l'anima.
ALESSANDRA MENESINI

11/12/2008