Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Sant'Elia, si punta ai dodicimila posti

Fonte: L'Unione Sarda
28 ottobre 2013

 La curva Sud non è ancora montata e ci sono da terminare i lavori
nella Nord e nei distinti. Il club pensa ora a un percorso in tre tappe


   

Non sarà brevissimo il cammino che porta a sedicimila spettatori. Mercoledì sera è in programma la partita con il Bologna e, come per la precedente con il Catania, il pubblico al Sant'Elia sarà limitato a 4798 persone. Almeno questo è un punto fermo, dato che il sindaco Massimo Zedda ha firmato una licenza d'uso che autorizza a giocare in casa fino al termine della stagione. Gli spettatori possono occupare una parte della Tribuna centrale e la Curva Nord.
La Curva sud è in alto mare. C'è stato un problema tra la società di Cellino e la ditta che stava facendo i lavori, e il montaggio non è ancora neppure cominciato. In settimana però si dovrebbe già riunire la Commissione provinciale di vigilanza per i locali di pubblico spettacolo, e bisognerebbe presentarsi all'appuntamento con i “compiti” fatti.
Il vicepresidente del club rossoblù, Giovanni Domenico Pinna, spiega che il piano è quello di chiedere un avvicinamento a tappe: prima cercare di ottenere la benedizione per circa dodicimila tifosi, poi, in un momento successivo, arrivare alla cifra finale prevista, sedicimila. «Bisogna fare poche cose per completare la Curva Nord, che è stata già utilizzata per l'incontro del 19 ottobre, e per i Distinti. Terminare le vie di esodo, ad esempio. Ma sono piccoli interventi che riusciremo a concludere in fretta».
E poi partirà l'iter con l'organo guidato dal viceprefetto. La strada è nota, è stata già vissuta con l'impianto quartese di Is Arenas e non è andata bene. Ma dagli errori si dovrebbe imparare e in viale La Playa l'ottimismo non manca mai. Anche se, anche per l'ingresso dei cinquemila, non è stato facile raggiungere il traguardo. Dopo slittamenti continui rispetto alla data di inaugurazione prevista, per diversi giorni la commissione comunale ha dovuto affrontare riunioni-fiume. E alla fine, nonostante la contrarietà di alcuni componenti, il sindaco ha deciso di sbloccare l'impasse che si stava creando.
Adesso c'è l'altro passaggio. Più complicato. La legge stabilisce che «il Comune sottopone il progetto alla Commissione provinciale di vigilanza, per l'esercizio da parte di quest'ultima delle attribuzioni di cui all'articolo 80 del Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza». Che dice: «l'autorità di pubblica sicurezza non può concedere la licenza per l'apertura di un teatro o di un luogo di pubblico spettacolo, prima di aver fatto verificare da una commissione tecnica la solidità e la sicurezza dell'edificio e l'esistenza di uscite pienamente adatte a sgombrarlo prontamente nel caso di incendio. La Commissione «redige apposito verbale con motivato parere sulla conformità dell'impianto alle presenti norme». E prosegue. «Il verbale deve essere allegato ai documenti che a lavori ultimati il richiedente è tenuto a presentare al Comune per la domanda di visita di constatazione... La Commissione esegue la visita di constatazione e redige apposito verbale esprimendo il proprio parere di competenza». Un parere che potrà «essere dato solo a lavori ultimati e, quindi, solo quando saranno realizzate tutte le opere ancora mancanti».
La Commissione è composta dal prefetto o da un suo delegato, dal questore o da un suo delegato, dal comandante provinciale dei vigili del fuoco, da un funzionario del Genio Civile, da un medico della Asl, da un esperto in impiantistica, da un esperto di acustica, da un componente del Coni. ( r.cr. )

 


GLI SCENARI. Il sindaco conferma il proposito di dare presto una nuova casa ai rossoblù

Zedda: discutiamo dei progetti futuri

In realtà per ora non c'è ancora nulla di concreto. Bisogna prima risolvere la questione dell'agibilità per sedicimila persone e giocare sereni fino al termine del campionato. Ma è certo che i rapporti tra l'amministrazione comunale e il Cagliari calcio sono diventati ottimi, e il sindaco, quando ha espresso felicità per il ritorno a casa, ha ricordato che il prossimo passo sarà quello del “nuovo Sant'Elia”.
«Il Cagliari che torna a casa, davanti ai propri tifosi e nella propria città, è un momento che aspettavamo da tempo. In questi mesi abbiamo lavorato senza proclami e senza dare peso alle polemiche per raggiungere questo risultato», ha sottolineato Massimo Zedda all'indomani dell'ufficializzazione da parte della Lega calcio, del trasferimento da Trieste a Cagliari, due settimane fa. «Il “bentornati a casa” alla squadra e ai tifosi è solo il primo passo della ripartenza: come amministrazione, lo abbiamo sempre detto, siamo disponibili sin da subito a discutere del progetto del nuovo stadio Sant'Elia senza tribune Innocenti, accogliente per la squadra e i tifosi, con l'attenzione e la responsabilità che l'argomento richiede». «Sono convinto che lo stesso entusiasmo che si sta vivendo in queste ore», ha aggiunto prima del match con il Catania, «andrà avanti sino alla fine del campionato: spero con lo stadio sempre pieno, e non solo quando arriveranno in città Juventus o Milan. La grande squadra ce l'abbiamo in casa e, finalmente, a casa».
Per il momento, l'unico disegno pronto è quello che aveva scritto l'ingegner Mario Marongiu, progettista storico del club rossoblù e componente del consiglio d'amministrazione della società di Massimo Cellino. Lo aveva già illustrato a suo tempo al Comune, poco prima che i rapporti si interrompessero, e non è detto che non si possa riproporre, quando sarà il momento. «Dopo poco meno di mezzo secolo di “onorato servizio”», sottolinea la relazione, «il Sant'Elia è un malato terminale che non può essere salvato».
Il Cagliari Calcio, a proprie spese, demolirebbe la vecchia struttura e su parte della superficie liberata ricostruirebbe il nuovo stadio, piccolo, da 22 mila 300 posti, all'inglese, una distanza di sette metri e mezzo fra le tribune e il campo, con una visuale ottimale da ogni punto, per creare un'atmosfera di forte impatto con i tifosi. Senza barriere architettoniche, ecocompatibile, in grado di ospitare anche eventi diversi, spettacoli e concerti. L'impianto verrebbe regalato al Comune, diventerebbe patrimonio pubblico, i rossoblù lo utilizzerebbero gratuitamente per un certo periodo di tempo, quanto basta per ammortizzare i costi, e poi comincerebbero a pagare un canone.