Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Poetto in festa per non morire

Fonte: L'Unione Sarda
28 ottobre 2013

Manifestazione dal pomeriggio a mezzanotte a sostegno delle attività economiche

 

«La città ci vuole, non fateci chiudere a fine dicembre»

 


Musica, balli di gruppo e cabaret: in questa estate infinita il Poetto riesce ad accendersi anche a fine ottobre. Di giorno sono i 27 gradi a richiamare i cagliaritani sulla spiaggia, dalle 16 sino a mezzanotte è la “Manifestazione musicale per la rinascita del litorale” a ripopolare l'arenile. Centinaia di persone scelgono di lanciare un messaggio-appello: «I chioschi devono restare aperti tutto l'anno». La chiamata arriva proprio dai titolari dei baretti, che vorrebbero spezzare il rito dell'imminente chiusura di dicembre e del nuovo smantellamento delle strutture di legno sulla spiaggia. Tantissimi cagliaritani rispondono e l'ennesima serata tiepida di metà autunno dà una mano all'iniziativa.
CHIOSCHI STRAPIENI Impossibile trovare un posto tra i tavolini del Palm Beach, all'altezza della Quarta fermata. E anche in piedi si fa fatica a camminare. «È il nostro modo di urlare che siamo ancora qua», spiega tra uno scontrino e l'altro Day Ala Martinez, la titolare del chiosco. «Perché dobbiamo smontare tutto se la gente è qua con noi?».
LA CASA DEI CAGLIARITANI Maurizio Marongiu, proprietario del Twist, è indaffaratissimo: «Il Poetto non si vive solo d'estate. La nostra assenza con la bella stagione ha fatto allontanare un bel po' di persone dal litorale del capoluogo. Questa manifestazione è un tentativo di riportare i cagliaritani qui, a casa loro». La Zumba fa furore alla Sesta Area, Michele Palumbo, da dietro il bancone si rivolge all'amministrazione: «Stiamo vivendo una situazione drammatica. Le spese per smontare e rimontare i baretti sono tutte a carico nostro, non ce la facciamo più», dice a denti stretti. «Il cagliaritano vive il suo mare tutto l'anno. Chiudere di nuovo i chioschi non ha senso», polemizza Michele Farris, mentre passeggia sulla battigia con moglie e figli al seguito.
«COSÌ IL POETTO MUORE» Al Nilo, sono le note di “Berta filava”, di Rino Gaetano, a riscaldare l'atmosfera. «Stanno cercando in tutti i modi di far morire il Poetto», dice a metà tra rassegnata e arrabbiata Anna Frongia, la titolare. «Vogliamo solo continuare a lavorare. Farci smontare il bar un'altra volta è una cosa inutile. Se ci sono i servizi la gente al mare viene tutto l'anno». Paola Corda, 49 anni, cagliaritana, annuisce: «L'amministrazione parla tanto di città turistica, ma non mi sembra che il sindaco si muova in questo senso». Martino Locci, 33 anni, di Settimo San Pietro, si guarda attorno: «La nostra spiaggia è una risorsa con tante potenzialità, è assurdo che venga sfruttata solo pochi mesi».
NORMA TRANSITORIA Dalla casupola gialla del Calypso, Valter Casula, il titolare, rilancia: «I politici devono trovare una norma transitoria che ci permetta di restare aperti anche d'inverno». Serata d'affari al Corto Maltese, ma Cenzo, il proprietario, pensa al futuro: «Abbiamo l'obbligo di smantellare il 31 dicembre, ma non ci è stata comunicata alcuna data per la riapertura», racconta. «Cosa accadrà nel 2014?».
Sara Marci