CAPITALE EUROPEA. Presentato ieri il programma per l'ambiziosa candidatura
Arti varie e antichi mestieri le carte vincenti della città
La vera sfida per la costruzione di un'altra Cagliari è cominciata. Una città più moderna e orientata alla cultura: è questa l'idea che ha in testa il Comune per la candidatura di Cagliari a capitale europea della cultura per il 2019. Una città affacciata sul mare, dove il porto diventa la porta della cultura e dei servizi. Non avrà un testimonial di eccezione nel suo percorso, come Ermanno Olmi a Bergamo o Renzo Arbore a Matera, né potrà contare sulla fama planetaria di cui gode una città come Venezia. Ma da qui al 2015, quando una commissione restringerà a 6 le candidate (su una rosa di aspiranti che sulla linea di partenza ne vede 21), il “comitato degli enti” lavorerà senza sosta per realizzare un programma capace di coprire in lungo e largo l'intera regione.
CANTIERE APERTO Il “cantiere Cagliari”, quindi, è già aperto, perché la trasformazione, che sarà radicale, richiede un enorme, impegnativo lavoro. Non a caso, questo progetto, al quale hanno già aderito oltre 50 enti (tra i quali Regione, Università, Comuni dell'Area vasta, sindacati, Crs4, associazioni di categoria) poggia anche su piani di riqualificazione di aree periferiche già avviati, come per esempio Sant'Elia. Mentre altri nuovi verranno inaugurati nei prossimi anni.
LA TRASFORMAZIONE Il programma di “Cagliari 2019”, presentato ieri al teatro Massimo, è ricco di appuntamenti che spazieranno dall'arte alla letteratura, dalla musica alla danza, dal cinema alla fotografia, dal teatro agli antichi mestieri. Il tutto per dare vita a una nuova immagine della città che «senza tradire la sua identità mediterranea, prova oggi a inventarsi nuovi percorsi da affiancare a quelli più tradizionali», ha spiegato Renato Quaglia direttore artistico del progetto. «Un aspetto fondamentale», ha detto l'assessore alla Cultura, Enrica Puggioni, «è che la trasformazione della città prescinde dal riconoscimento finale. Il cambiamento, infatti, sarà portato avanti in ogni caso». Cagliari gioca, quindi, la carta della cultura, grazie alla quale cerca anche di liberarsi dell'immagine estremamente riduttiva di città votata al turismo solo due mesi all'anno, condizionata, frenata nelle sue aspirazioni di sviluppo da questioni irrisolte, come quelle di Tuvixeddu o dell'Anfiteatro, o non pienamente valorizzate, come il parco di Molentargius.
RESIDENZE PER ARTISTI Il punto centrale del progetto è rappresentato dagli “Eucho” (european culture home), ovvero residenze per artisti, artigiani, urbanisti, scienziati, musicisti, attori, allestite tra il 2014 e il 2019, nei diversi quartieri della città. Luoghi di sperimentazione culturale che tra sei anni saranno aperti al pubblico e metteranno in mostra tutti i progetti realizzati. Ci saranno, quindi, festival letterari, Fiere d'arte, spettacoli, concerti, film; verranno presentati libri, racconti, progetti tecnologici e artigianali. Poi “Art-air” e “Art-bus”, la promozione degli eventi sugli aerei di linea che collegano l'aeroporto di Elmas con gli scali europei e sugli autobus.
I VANTAGGI La sfida, inutile negarlo, è anche sul piano economico. La città che sarà designata, otterrà 1,5 milioni di euro dall'Ue. Ma i vantaggi che Cagliari ricaverebbe se ottenesse la candidatura sarebbero ben più significativi. Il primo sì al progetto arriva dalla Cgil. Secondo Carmelo Farci, «è una opportunità per la creazione di nuove occasioni di lavoro».
Mauro Madeddu