In vista della partita di sabato
È arrivato il giorno della verità per il Sant'Elia: stasera si saprà finalmente se sabato il Cagliari potrà tornare nella sua vecchia casa o dovrà continuare il pellegrinaggio a Trieste. Questo pomeriggio (alle 15.30) la commissione comunale di vigilanza, dopo aver esaminato di nuovo tutte le carte presentate, porterà a termine il sopralluogo decisivo nello stadio.
Non è ammesso un altro rinvio. I tempi sono già stretti e si rischia comunque di andare oltre i paletti fissati dalla Lega calcio, che in linea teorica accetterà eventuali cambi di sede solo entro la giornata di oggi. L'organo municipale, competente per la capienza ridotta (5mila spettatori), si è già riunito due volte.
La prima il 23 settembre, e ha chiuso subito i lavori dopo aver accertato la necessità di «alcuni approfondimenti formali e sostanziali». La seconda giovedì scorso: quasi nove ore di riunione per decidere, alla fine, che servono «integrazioni documentali», evidentemente non ritenute indispensabili due settimane prima. Anche la commissione provinciale, guidata dalla Prefettura, ha fatto un'identica richiesta venerdì sera, quando è stata chiamata a decidere se concedere o meno l'agibilità per 16mila spettatori.
Entrambi gli organi avrebbero fatto notare la mancanza di alcune certificazioni e documenti di collaudo, oltre a qualche difformità tra i vari progetti. Il Cagliari, a cui è stata chiesta una parte degli atti mancanti (la società rossoblù non partecipa alle riunioni delle commissioni), ha consegnato oltre 900 fogli già giovedì pomeriggio. Carte che, almeno ufficialmente, verranno prese in considerazione solo oggi.
L'obiettivo è riaprire lo stadio almeno al 5mila tifosi per la sfida contro il Catania. Impossibile per ora avere l'agibilità per 16mila persone, come prevede il progetto complessivo.
All'appello manca ancora la Curva Sud, che il Cagliari costruirà nei prossimi giorni. Per ora tutti gli sforzi sono concentrati sulla capienza ridotta. Rimarrebbe anche la possibilità della partita a porte chiuse, una magrissima consolazione che in questi giorni non è nemmeno stata presa in considerazione. (m.r.)