Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Zona franca, la parola a Roma

Fonte: L'Unione Sarda
10 ottobre 2013


Missione di Cappellacci a Bruxelles. Oggi in commissione la modifica dello Statuto
 

L'Europa dice sì, ma serve una richiesta del governo
L'Europa conferma il sì alla Zona franca integrale in Sardegna. Luce verde alla Regione arriva dal servizio giuridico della Commissione europea, dopo il primo - informale - nulla osta del vicepresidente Antonio Tajani. Ieri il governatore Ugo Cappellacci e la direttrice generale della presidenza della Giunta Gabriella Massidda sono stati ricevuti a Bruxelles dai funzionari. La strada della modifica del nuovo Codice doganale europeo (salvo proroghe, dovrebbe diventare operativo entro novembre) sembrerebbe quindi quella giusta: ora è decisivo il pronunciamento dell'Italia.
IL GOVERNATORE «Sulla trattativa con l'Ue per la Zona franca integrale abbiamo fatto ulteriori passi avanti», ha detto il presidente Cappellacci. «L'Europa offre massima disponibilità, confermando che il percorso intrapreso dalla Regione è realizzabile. Ora l'Italia deve fare propria la proposta sarda e trasferirla a Bruxelles per l'accettazione».
EMENDAMENTO Cappellacci, assieme all'assessore alla Programmazione Alessandra Zedda, ha fatto sapere che la Giunta presenta oggi un emendamento all'articolo 12 dello Statuto, prevedendo l'estensione della Zona franca a tutto il territorio regionale. La nuova formulazione - concordata con i rappresentanti dei Comitati per la Zona Franca della Sardegna Maria Rosaria Randaccio, Francesco Scifo e Andrea Impera - prevede che «il territorio della Regione autonoma della Sardegna è posto fuori dalla linea doganale e costituisce Zona franca interclusa dal mare territoriale circostante». L'emendamento - conferma il presidente della commissione Autonomia Ignazio Artizzu - dovrebbe essere votato in giornata. «Nella richiesta di revisione», scrivono Cappellacci e Zedda, «punteremo sul fatto che il diritto al riconoscimento di una Zona franca estesa a tutto il territorio regionale non sorgerà con la nuova formulazione, ma esiste da quando è stato approvato lo Statuto».
I SARDISTI Giacomo Sanna, leader sardista, è soddisfatto: «Apprendo che l'emendamento proposto dalla Giunta corrisponde a quanto era previsto nel testo della proposta di legge Psd'Az, di cui sono il primo firmatario», ha spiegato. «Si tratta di porre la Sardegna fuori dalla linea doganale dello Stato, come già previsto nel disegno di legge sulla Zona franca della Giunta Melis, e corrisponde alla base dell'idea sardista di Zona franca. Resta la speranza che al più presto la proposta di legge approvata all'unanimità dalla Prima commissione venga iscritta all'ordine del giorno della prossima tornata dei lavori del Consiglio regionale».
LA BASE Efisio Arbau (La Base) oggi in commissione presenta due emendamenti per «porre la Sardegna fuori dalla linea doganale costituendo una Zona franca integrale i cui confini naturali e fiscali vengano individuati nel mare territoriale circostante». Arbau prevede che l'Isola possa avere le stesse facoltà legislative che si applicano ai territori extradoganali di Livigno, Campione d'Italia e delle acque nazionali del Lago di Lugano. Secondo il leader de La Base «mentre ci si è attardati non abbiamo preso il treno della modifica del codice doganale. Ora serve che lo Stato inizi la contrattazione con gli Stati europei, ma dobbiamo presentare la domanda. Siamo convinti che questa sia l'unica ancora di salvezza per la nostra economia». Chiusura polemica: «Ho chiesto al presidente Cappellacci di farmi partecipare all'incontro di Bruxelles per condividere il percorso sulla Zona franca, ma non mi ha risposto».
Lorenzo Piras