Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Guarda il mio visoe “uccidi anche me”

Fonte: L'Unione Sarda
10 ottobre 2013


Domani al Teatro Civico di Cagliari anteprima della mostra
 

Uomini e donne contro il femminicidio
Vedi la foto
«Nelle foto del nostro progetto non sono mostrati segni di violenza, come invece ci si aspetterebbe per il tema trattato. Non c'è violenza, perché non avremmo mai voluto affrontare quel tema sommando altra violenza alla già insopportabile quantità, mostrando banalmente solo i segni superficiali che provoca, ignorando ben altre ferite che il genere umano si autoinfligge e si porta dentro». Per la fotografa Fiorella Sanna l'etica dell'immagine è una condizione basilare dell'iniziativa ideata assieme all'amica giornalista Francesca Madrigali. Stanno lavorando da 11 mesi a “Uccidi anche me”, serie di ritratti (oltre 150, tra vip e persone comuni) e di interviste (più di 60), in cui volti e parole si mescolano tra loro per dare voce alla lotta contro il femminicidio. Un lavoro intenso, impegnato e originale che sarà in esposizione nei prossimi mesi. Intanto viene inaugurata un'anteprima a Cagliari, domani, alle 20, al Teatro Civico in Castello. L'iniziativa è inserita nella ricca rassegna sul femminicidio, ideata dal Crogiuolo (oggi la tavola rotonda, curata da Luisa Sassu, “Le parole della violenza e il loro contrario”, alle 17, in Cineteca sarda).
«Un'immagine vale più di mille parole e bisogna stare attenti a quello che si racconta», avverte la giornalista respingendo il tono a lutto delle “normali” campagne di comunicazione antiviolenza che usano l'immagine femminile di donne vittime o perdenti. «La violenza rappresenta un problema sociale oltre che di genere. Per questo abbiamo scelto di trattare il tema in maniera diversa, facendo incontrare i due generi, fotografando e intervistando entrambi per una comunicazione non di guerra tra i sessi ma di dialogo di uomini e donne». All'inizio hanno coinvolto amici e parenti. In seguito hanno invitato personaggi dello spettacolo e della cultura (alcuni molto noti, come Stefano Bollani, Paolo Fresu, Andrea Bajani e Lorella Zanardo), delle istituzioni (presenti anche Ugo Cappellacci e Massimo Zedda), del giornalismo sardo (tra loro Anthony Muroni e Maria Paola Masala), studenti, casalinghe, lavoratori e persino rappresentanti di differenti religioni. Peculiare la scelta stilistica di mescolare le facce tra loro. «La sovrapposizione di più volti - spiega la fotografa - riusciva a moltiplicare anche l'intensità di un singolo ritratto. Quello che ne risultava era un volto armonico ma particolarmente drammatico e intenso. La ricerca fotografica ha voluto approfondire le complessità e diversità dei tratti somatici dei due generi ed è in quest'ottica di confronto che il progetto si è sviluppato». Quanto ai testi Francesca Madrigali spiega che sono state estrapolate parti delle conversazioni. Nessun cognome accompagna i ritratti, sia per motivi di privacy che per non fare differenze. «E soprattutto il solo nome di battesimo garantisce attenzione sul contenuto».
Al Civico saranno esposti otto ritratti e alcuni frammenti delle interviste. È l'assaggio di un'esposizione impegnativa, pensata per essere itinerante e per la quale, sinora, non è arrivato alcun finanziamento pubblico o privato (chi volesse sostenerla visiti la pagina Facebook “Uccidi anche me”). I partecipanti sono soddisfatti della valenza sociale dell'operazione. Che Sardegna emerge? «Una Sardegna assai consapevole della gravità dell'argomento».
Manuela Vacca
@ManuelaVacca