LA POLEMICA. Sui contributi alla Cultura intervengono i gruppi del Cosass
Obiettivo: dialogo e correzione del regolamento
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«Nessun attacco violento, diffamatorio e mistificatorio», come quello «scatenato dalla principale forza di opposizione e dalle associazioni collegate». Piuttosto, l'obiettivo sarebbe quello di rilevare «alcune criticità, tra cui l'eccessiva lungaggine dei tempi di assegnazione e la complessità burocratica del bando e del nuovo regolamento».
Sulla questione dei contributi comunali alla cultura, che la settimana scorsa ha sollevato parecchie polemiche contro l'esecutivo Zedda, prima da parte di associazioni come Cedac, Jazz in Sardegna e Akroama e poi dei consiglieri del Pdl, ora interviene il Cosass (coordinamento degli organismi dello spettacolo e delle arti sceniche della Sardegna), che raggruppa associazioni come Cada die, Vox Day, Compagnia B, Figli d'arte Medas, Spaziodanza, Ticonzero, Cjaika, Sirio, Carovana, e molte altre, «che sostengono e appoggiano le buone pratiche inaugurate dall'attuale Giunta, i momenti di confronto, l'attivazione di nuove modalità di assegnazione dei fondi che, rendendo le procedure più certe e trasparenti, sottrae il futuro della programmazione all'arbitrio e alla più totale discrezionalità».
Comunque, «abbiamo suggerito a tutti i nostri associati che si ritengono insoddisfatti dell'esito del bando», sottolinea una nota, «di chiedere l'accesso agli atti della procedura, per poter individuare gli aspetti del proprio progetto che la Commissione preposta ha giudicato negativamente, favorire la perfetta comprensione delle caratteristiche del nuovo regolamento e poter quindi suggerire, di converso, le opportune modifiche». Insomma, auspicano il dialogo e il confronto.
«Respingiamo con fermezza le posizioni di chi, non conoscendo gli atti e i progetti, e perciò non distinguendo le qualità dei programmi approvati, la storia artistica delle associazioni e la durata delle manifestazioni proposte, ha rivolto ad alcune delle associazioni che hanno avuto un alto punteggio, accuse personali false, infamanti e meschine, peraltro in linea con la purtroppo nota personale visione del mondo, della cultura e della politica espressa nell'ultimo ventennio nel governo di questa città». E aggiungono: «I contesti politici e le associazioni ad esse collegati da cui proviene questo atteggiamento aggressivo e la brutale campagna di diffamazione, minano una civile dialettica di confronto e mostrano di temere che il nuovo approccio renda precaria la posizione di privilegio finora occupata. È evidente infatti che si tratta degli stessi che, negli anni passati e con le precedenti giunte, erano stati artefici e fruitori di pratiche spartitorie, di favori e concessioni “liberali” di contributi assolutamente arbitrari, indifferenti a leggi e regolamenti vigenti». E così, giusto per non aprire una guerra tra fazioni, proseguono: «Per tutti basti ricordare l'assegnazione nel 2009 del Piccolo Auditorium, più alcune aule del Liceo Artistico, più un contributo di 40mila euro all'anno per tre anni, senza bando e con assegnazione diretta, alla Scuola d'Arte Drammatica da parte degli assessorati alla Cultura e alle Politiche sociali della giunta Floris o le munifiche elargizioni di centinaia di migliaia di contributi annui per un solo progetto assicurate ad alcune associazioni)». (cr. co.)