Pulizia delle bacche pericolose
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L'assessore all'Urbanistica dice che il problema è di competenza del collega ai Servizi tecnologici il quale sostiene di non poter far nulla. E mentre si cerca un responsabile, un terzo assessore, quello alla Viabilità, chiarisce che finché il problema di sicurezza non sarà risolto le transenne non saranno eliminate.
E così a sei giorni dalla chiusura il tratto di via Amat tra via Cugia e via Pessina resta chiuso al traffico. Colpa di quelle bacche che cadono dai ficus e che, depositandosi sull'asfalto, con l'umidità formano una patina oleosa. Pericolosa per le auto, per le moto, gli scooter e le biciclette. Lo sa bene lo scooterista che nella notte tra giovedì e venerdì scorso è finito a terra proprio a causa dell'asfalto viscido.
Per questa ragione il Comune ha deciso di “sigillare” l'area in attesa che vengano ripristinate le condizioni di sicurezza. Un'attesa che, però, suscita malumori e proteste. «Quando interviene il Comune per ripulire la strada?», si chiedono residenti e commercianti. «Si tratta di un vecchio problema che si ripresenta ogni anno, in questo periodo, da una trentina d'anni», spiega Paolo Frau, assessore all'Urbanistica, «che non si può risolvere eliminando i ficus, perché quelle piante fanno parte del paesaggio urbano e non possono essere abbattute». Chiarito questo punto, resta il problema della riapertura della strada. Chi deve intervenire? L'Urbanistica? «Non abbiamo la competenza su questo», dice Frau, «le bacche che cadono sull'asfalto sono considerate alla stregua dei rifiuti». La pulizia rientra quindi tra le competenze dell'assessorato ai servizi tecnologici che si occupa di igiene del suolo? «Fin tanto che ci sono le transenne, nessun operaio può entrare in via Amat e rimuovere le bacche», puntualizza Pierluigi Leo, assessore ai Servizi Tecnologici. Il problema è che le transenne non possono essere rimosse «fino a quando in quel tratto di strada non saranno garantite le condizioni di sicurezza», spiega Mauro Coni, assessore alla Viabilità. E siamo di nuovo al punto di partenza.
Per tentare di trovare una via d'uscita, il problema è stato affrontato per la prima volta ieri nel corso di una riunione tra dirigenti dei tre settori coinvolti. La soluzione, dicono, deve passare, inevitabilmente, per un piano condiviso. Ma quando?
Mauro Madeddu