IL FESTIVAL
di Andrea Musio
CAGLIARI Dal rock al folk, dall’elettronica al jazz sperimentale ed ancora folk, pop ed una forte propensione per le esibizioni in acustico. E’ calato il sipario domenica, sulla settima edizione del Karel Music Expò – festival delle culture resistenti il cui tema è stato il bianco. Quattro giorni dedicati all’arte a trecentosessanta gradi con una miriade di appuntamenti. Tanti i nomi in cartellone per la rassegna allestita da Vox Day, al via giovedi scorso. Alcune conferme e qualche rivelazione. Puntare sulla qualità piuttosto che sui nomi di richiamo si è rivelata una scelta vincente, così come l’ingresso gratuito ad alcuni dei live sparsi tra le vie del quartiere Castello e dintorni. Ecco così l’esplosivo live dei britannici Gallon Drunk, l’ipnotica esibizione della svedese Christine Owman, il trascinante set dell’ex fondatore dei mitici Kraftwerk, Karl Bartos, la performance impegnata delle Chicks on Speed, il reading musicale di Pierpaolo Capovilla su testi di Pierpaolo Pasolini, ed ancora gli showcase dell’ex chitarrista dei Csi, Giorgio Canali, quello dei Pan Del Diavolo e Gionata Mirai , il progetto Sound And Vision dei Dorian Gray, l’ex Soft Boys, Robyn Hitchcock, tutti concerti in cui la riuscita era garantita. Ma è sui nomi minori che arrivano le grandi sorprese. Prima fra tutti la croata Lovely Quinces, per la prima volta in Italia, in scena in solo voce, chitarra e armonica, breve ma emozionante fatta di intime melodie ed una voce suadente. Non da meno il duo Chains, nomi già noti al Kme. Ben Parker e Kate Aumonier con le loro incredibili armonie vocali tra brani melanconici e scariche di adrenalina. Energia all’ennesima potenza racchiusi in venti minuti di concerto rock e blues quella mostrata dagli italiani The Cyborgs. Ipnotica l’esibizione della canadese trapiantata a Berlino Miss Natasha Enquist, cantante, fisarmonicista nonché attrice e modella. Ancora sorprese con il duo italo australiano Edwina & Deko, due voci meravigliose, banjo e chitarra classica con un sound che richiama il folk rock degli anni sessanta riletto in chiave moderna. La musica incontra la sfera spirituale nella produzione originale italo–belga di Vox Day ed intitolata “The Sound of Spirit”, concerto associato ad una meditazione guidata. Un mix di generi musicali che arrivano fino alla musica classica con il violinista belga Hans Van Kerckhoven ed al jazz sperimentale del trio isolano Ecc. Spazio anche alle band sarde con buone prove live come quelle di Enrico Spano in arte The Heart and the Void (sei concerti a bordo di un bus di linea della linea 7 del Ctm attraverso i quartieri storici della città), Dainacova, Wops e the Wheels. Ma il Kme non è stato solo musica con appuntamenti dedicati alla danza, alle mostre, arti visuali, teatro ed illustrazione. Visibili per la durata del festival “Orme” di Andrea Pili al Ghetto degli Ebrei e “Legàmi” di Eleonora Todde nell’androne dell’università. Ed in scena “La morte di Artaud”, “Fiore di Lotto – il sapore dell’eternità”, “Berlino – Sinfonia di una grande città” e “Dancetallation – Anima bianca”.