Previste anche assunzioni e, in un secondo momento, l'allargamento della superficie doganale interessata
Si dovrebbe cominciare con sei ettari, il costo previsto è di 900 mila euro
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«Il soggetto gestore della zona franca di Cagliari è individuato nella società consortile per azioni “Zona franca di Cagliari”, che userà il marchio d'impresa “Cagliari free zone”». La società era stata costituita nel marzo del 2000 fra l'Autorità portuale di Cagliari e il Consorzio per l'area di sviluppo industriale, soci al 50 per cento. Oggetto: gestione, programmazione ed amministrazione della Zona Franca.
«Il gestore si impegna a provvedere alla materiale delimitazione territoriale dell'area sulla quale insiste la zona franca. Tale attività si estrinseca nella costruzione della recinzione, nell'individuazione di varchi di ingresso e uscita... nell'esecuzione di tutte le opere che venissero richieste dall'amministrazione doganale per il sicuro esercizio della vigilanza, nella fornitura gratuita dei locali necessari... nonché della ordinaria manutenzione, illuminazione e climatizzazione degli stessi». E ancora: «Il soggetto gestore provvede a predisporre, entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, un piano operativo...». Era il 31 luglio 2001. La settimana scorsa ecco il Piano operativo.
In una prima fase, che costa 900 mila euro - spiega - l'ente gestore dovrà provvedere ad una prima delimitazione individuata all'interno della zona attualmente recintata, dietro il piazzale di banchina del Molo di levante, un lotto di circa sei ettari, che verrà recintato sui quattro lati e vi si potrà accedere, attraverso due varchi di 12 metri ciascuno, uno in entrata l'altro in uscita.
All'interno di questa zona verranno realizzate due palazzine di 120 metri quadri ciascuna per gli operatori della zona franca e per il personale addetto alla sicurezza. «Le palazzine saranno dotate dei servizi idrici, acqua potabile e industriale, fognari, elettrici, telematici e di climatizzazione. Il lotto sarà, attraverso una serie di telecamere fisse e mobili, telecontrollato sia all'interno che all'esterno». Ancora: l'ente gestore dovrà costituire una struttura operativa, assumendo il personale minimo indispensabile per la gestione della società, dotarsi degli strumenti informatici necessari per la gestione, reperire una sede operativa in attesa che si realizzi un edificio per la nuova sede degli uffici, svolgere un'azione di promozione, chiedere alla Regione un adeguato finanziamento per la gestione, «in attesa che la società Zona franca di Cagliari entri in possesso di risorse proprie», sostenere l'azione dei due soci - Autorità portuale e Cacip - al fine di reperire le risorse finanziarie necessarie per l'infrastrutturazione.
In una seconda fase - prosegue il Piano operativo - l'ente gestore dovrà provvedere all'ulteriore delimitazione territoriale, alla predisposizione ed erogazione, in favore delle aziende che si sono insediate, di una serie di servizi a pagamento, «come guardiania, sicurezza, informatizzazione, promozione e sviluppo». Insomma, si partirebbe con appena sei ettari, con l'obiettivo di arrivare a trenta. (cr. co.)