Secondo il presidente di Confcommercio la vecchia classe di esercenti non c’è più
CAGLIARI Centottanta attività aperte. E centoquarantadue chiuse. Con ottantasette cambi della guardia alla conduzione di bar, negozi e altro. Sono gli ultimi dati, aggiornati al 28 maggio, che fotografano la situazione del commercio in città. Numeri che rappresentano la crisi: è il commento a caldo dell'assessore alle Attività produttive Barbara Argiolas. Imprenditori che si affannano, sperano, si illudono. E poi altri che arrivano al capolinea, abbassano le serrande e passano la mano. Il dato è ripartito tra pubblici esercizi (bar, ristoranti eccetera) e commercio fisso (esercizi di vicinato e medie strutture di vendita). Per il primo gruppone si registrano 51 aperture, 65 subingressi e 41 cessazioni. Per il secondo, 129 inaugurazione, 32 passaggi di consegne e 102 stop. Dati che più o meno sono in linea con quelli degli ultimi sette mesi del 2012. Al 31 dicembre ci furono 150 aperture, 248 subingressi e 182 cessazioni. Anzi forse la seconda parte dello scorso anno, se questo può consolare, è stata peggiore della prima del 2013. «Forse qualcuno non se ne è ancora accorto – commenta Roberto Bolognese, presidente provinciale di Confesercenti – ma è in atto una profonda trasformazione. Ci sono le grandi aziende che spesso prendono il controllo diretto dell'attività. Rimangono anche, in qualche modo, per una questione di pubblicità e diffusione del proprio marchio. Mentre scompare la vecchia classe dei commercianti, i grandi nomi cagliaritani che se ne vanno e non riaprono. E il ricambio? Non esiste: non ci sono più giovani imprenditori che se la sentono di rischiare come una volta». Cambia anche la tipologia di merce venduta. «Tende a scomparire – riflette senza nascondere l'amarezza Bolognese – il negozio di una volta, quello con la N maiuscola. Sostituito da un commercio mordi e fuggi e camaleontico che rincorre la tendenza del momento: oggi va molto bene la sigaretta elettronica, domani un nuovo telefonino ancora più tecnologico di quelli che già ci sono». La mappa del commercio cagliaritano è composta (dati aggiornati al 31 agosto) da due centri commerciali, quattro grandi strutture di vendita oltre i 2500 metri quadri, 275 medie strutture (da 251 a 2500 metri quadri), 5362 strutture di commercio fisso, 3171 pubblici esercizi, 61 distributori di carburante, 109 circoli privati, 276 concessioni decennali per attività in area pubblica, 795 attività itineranti, 170 rivendite di giornali, 238 artigiani alimentari, 52 mense, 29 depositi alimentari. Per quanto riguarda le cessazioni sono state presentate 249 autocertificazioni: 140 attività al dettaglio, 89 somministrazione alimenti e bevande, 10 commercio su area pubblica, 10 artigiani alimentari. (s.a.)