Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Ficus pericolosi, motociclisti sfrattati

Fonte: L'Unione Sarda
7 ottobre 2013

Polemiche dopo l'entrata in vigore del provvedimento che vieta il passaggio delle moto in nove vie

 

L'assessore Frau: un errore storico piantarli. Ora interventi urgenti

In viale Trieste c'è una scritta su un muro che forse è più efficace di mille cartelli: «Tieni duro Muflone». Roberto Vacca, Muflone per gli amici Sconvolts, morì dopo un mese di coma esattamente tre anni fa. Cadde dallo scooter una notte di fine settembre, mentre stava rientrando a casa al termine di una serata di lavoro: le bacche dei ficus, schiacciate, avevano creato una patina scivolosa. Trasformando l'asfalto in una pista da bowling. Da quell'episodio viale Trieste è sulla carta - anzi: sui cartelli - vietato alle moto. E le auto non potrebbero andare oltre i 10 chilometri all'ora. Prescrizioni che in pochi seguono. Neanche i vigili urbani, che proprio in viale Trieste hanno la loro sezione “motorizzata”. Per fortuna i divieti per le forze dell'ordine non valgono. Perché se l'ordinanza avesse valore anche per loro, i motociclisti della polizia municipale sarebbero virtualmente bloccati nei propri uffici.
LE ALTRE STRADE CHIUSE Due giorni fa il Comune ha allargato i divieti: niente moto in viale Merello, via Amat (transennata per ragioni di sicurezza almeno sino a lunedì), piazza Yenne, piazza del Carmine, viale Regina Elena, viale Trento, via Dei Conversi e piazza Italia. Tra settembre e ottobre i ficus retusa lasciano cadere quintali di bacche. E il problema, noto da anni, si trasforma in emergenza: «La patina che si forma sull'asfalto è pericolosissima per i motociclisti: il divieto va rispettato, non è assolutamente una misura eccessiva», avverte l'assessore ai Trasporti Mauro Coni. «In tutte le strade indicate dall'ordinanza bisogna procedere a passo d'uomo. A trenta all'ora sarebbe già troppo: lo spazio di frenata aumenterebbe, non ci sarebbero più le condizioni di sicurezza. D'altronde non dimentichiamo che anche l'Unione europea ci chiede di limitare la velocità nei centri urbani. Dovremmo cominciare ad abituarci alle “Aree 30”, dove non si possono superare i trenta chilometri all'ora».
GLI INTERVENTI PREVISTI La prossima settimana è in agenda una conferenza di servizi che riunirà i rappresentanti degli uffici comunali coinvolti in questa vicenda: i settori del Traffico, Verde pubblico e Igiene del suolo proveranno a programmare una serie di interventi per ridurre al minimo i rischi. L'assessore all'Urbanistica e all'Ambiente Paolo Frau suggerisce «un mix di provvedimenti». Cioè: intervenire sugli alberi, sulla pulizia delle strade e sulla viabilità. «Quello dei ficus è un errore storico, che condiziona il nostro paesaggio: sono stati piantati in molti viali alberati della nostra città. Non è una specie adatta, ma ora non possiamo mica eliminarli. Si possono potare, non capitozzare come successe due anni fa». Le reti, che già avvolgono alcuni alberi, non sarebbero efficaci: «Possono andar bene per combattere il problema degli storni e del guano, ma non riducono la caduta delle bacche».
LAVARE? NON È PREVISTO Per ridurre gli inconvenienti servirebbe un lavaggio - non un semplice “spazzamento” - quotidiano delle strade. Un servizio per ora non previsto nell'appalto dell'Igiene del suolo. Nei prossimi giorni verranno quantificati anche questi costi. Poi ci sono le radici: creano dossi nell'asfalto e spaccano la carreggiata, i marciapiedi e le tubature.
BELLI E DANNOSI Insommma: belli ma dannosi, i ficus retusa. Eppure in città abbondano. In piazza Garibaldi, nell'area tra le scuole e le due edicole, ce ne sono 33 in pochi metri quadri. Infatti la pavimentazione assomiglia più a un percorso di guerra che a un giardino. Quando venne proposto un progetto di riqualificazione con la riduzione dei ficus - che sarebbero stati semplicemente trasferiti e non tagliati - insorsero gli ambientalisti. Era il 2003. Dieci anni dopo, nulla è cambiato.
Michele Ruffi