POETTO. I gestori dei chioschi del litorale tracciano un primo bilancio della stagione
«Abbiamo lavorato 5 mesi in due anni, così non va»
«L'estate peggiore di sempre». I gestori dei chioschi del Poetto ricorderanno così la stagione appena conclusa. Del resto la stagione quest'anno è durata un mese. Troppo poco. Impossibile ammortizzare, in così breve tempo, le spese sostenute per lo smontaggio e il rimontaggio dei baretti (in media 20-25 mila euro).
Ieri, complice la bella giornata, la spiaggia è stata presa d'assalto e i chioschi hanno lavorato benissimo. Ma è solo una magra consolazione. «Ma quale stagione! Io ho riaperto il 2 agosto, non sono neanche riuscito a rifarmi delle spese». Piero Marci, patron del chiosco Il Miraggio ride per non piangere. «Mi rode il fegato ma sto cercando di vivere questa situazione serenamente. Non possiamo continuare a smontare e rimontare. Non ha senso. Ma se così sarà, speriamo sia davvero l'ultima volta».
Musi lunghi al Sesta Area. «Abbiamo perso i clienti, dopo la riapertura del 13 agosto non siamo mai riusciti a lavorare bene», riferisce Michele Palumbo, giovane dipendente, «un'estate così triste non me la ricordo in oltre 30 anni. Siamo stati costretti a sostenere spese allucinanti». Rabbia al Nilo. «Non abbiamo mai chiesto niente, volevamo solo lavorare ma ce l'hanno impedito», si sfoga la titolare Anna Frongia, 58 anni, «anche il Papa nella sua visita in Sardegna ha sottolineato l'importanza del lavoro, ma il suo messaggio è rimasto inascoltato. Negli ultimi due anni abbiamo lavorato solo cinque mesi. Non riusciamo più a portare il pane a casa. I miei tre figli che prima lavoravano con me ora sono in difficoltà».
Valter Casula del Calypso Bar è amareggiato. «Il fatto di aver riaperto è positivo. Meglio poco che niente. Ma resta la preoccupazione per il futuro. Farci smontare ancora sarebbe una pazzia». «La speranza», incrocia le dita Maurizio Marongiu, gestore del Twist, «è che il Comune riesca ad approvare il Pul. Il Poetto ha sempre avuto alti e bassi, quest'anno le difficoltà sono state enormi, è vero, ma stiamo cercando di resistere». «Mi auguro che ci concedano una deroga», sospira Alessandro Cogoni (La Sella del Diavolo), «ogni volta promettono che sarà l'ultima ma non lo è. Non ci crediamo più». L'Otium Cafè è stato l'ultimo a riaprire. «Per noi l'estate è cominciata il 31 agosto», allarga le braccia la barista Gerosa Thimai, «il bilancio è disastroso». «L'avevo sognata diversa questa estate 2013», dice Cenzo Franceschi, numero uno del Corto Maltese dal 1987, «avevo immaginato di iniziare ad aprile, invece sono partito ad agosto. Dicono che in Sardegna la stagione duri 11 mesi. Facendoci lavorare in autunno e in inverno lo vogliono dimostrare. Sono contento di collaborare a questo esperimento voluto dagli organi politici».
Nervosismo e poca voglia di parlare alla Lanterna Rossa, al Palm Beach e al Malibù. «Com'è andata? Abbiamo da fare, ripassi o telefoni più tardi». Clima disteso al bar L'Aurora di Marina Piccola. «Noi siamo sempre rimasti aperti», sorride il barista Marco Cogoni, «tuttavia rispetto all'estate 2012 abbiamo registrato una flessione del 30%. Colpa della crisi».
Paolo Loche