Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Doveva solo essere un gala per giovani»

Fonte: L'Unione Sarda
9 dicembre 2008

la replica
«Ma quale festa da discoteca. Alla Passeggiata si sarebbe dovuto svolgere un party di beneficenza». Il giorno dopo, Gianrico Cappai, presidente della cooperativa che gestisce la Passeggiata coperta, la Blu Pegaso, cerca di spegnere il fuoco delle polemiche. «In passato, abbiamo ospitato altri eventi benefici, dalle serate del Rotary a quella contro la violenza sulle donne, al gala di moda e solidarietà. Questa serata nasceva esattamente con la stessa logica: doveva essere un party per raccogliere fondi da devolvere in beneficenza. Ovviamente, visto che ci stavamo rivolgendo a un target di giovani, dovevamo proporre loro qualcosa potesse essere gradito. Ma, appunto, il nostro era esclusivamente un party benefico. Certo, visto che siamo tutti giovani, è probabile che la serata sarebbe proseguita anche con qualche ballo».
L'INVITO L'idea di Cappai, però, si è scontrata con il messaggio che è arrivato ai potenziali utenti: d'altronde, molte delle persone che hanno speso 15 euro per acquistare il biglietto in prevendita lo hanno fatto perché è stato proposto come “party privato”, così si leggeva nella pagina di Facebook sull'evento, “con la musica dei dj's Aste e Cicotto (sala centrale) e Ciulli (seconda sala) avrà inizio alle ore 24”. Come non pensare a una vera e propria serata da discoteca? «Forse c'è stato un difetto nella comunicazione: ci siamo affidati a professionisti del settore che si sono impegnati tantissimo nell'organizzazione di questa serata. Però non siamo riusciti a far pervenire il messaggio che avremmo voluto far recepire, Intendevamo, lo ripeto, fare un vero e proprio gala destinato a un target giovanile». Forse, i p.r. avevano altre idee: nell'invito sul social group , la fine dell'evento era fissata per le 5 del mattino.
I DOCUMENTI Cappai racconta la serata che sarebbe dovuta essere e che non è stata. «Avevamo allestito una serie di banchetti di solidarietà per esporre l'attività della Poieo. E, alle 22, era in programma un buffet destinato a tutti gli ospiti della serata. Saremmo dovuti restare tutti insieme sino alle 2, ascoltando un po' di musica. E magari anche facendo qualche ballo. Invece, in serata, abbiamo ricevuto la diffida della questura con la quale ci veniva notificato il fatto che la Passeggiata non ha l'agibilità per queste manifestazioni». Cosa che Cappai contesta. «Noi abbiamo in mano documenti del Comune con i quali si consente la presenza di cinquecento persone. Non solo: siamo autorizzati a tenere aperto anche dopo le ventidue». Regole poco chiare, pieghe della normativa che consentono di fare tutto. E che, allo stesso modo, impediscono qualunque iniziativa.
I FONDI Ma il “party di beneficenza” è finito nel mirino anche per un'altra ragione: a chi erano destinati i fondi raccolti? E quale cifra doveva andare in beneficenza? La Poeio, la fondazione che avrebbe dovuto ricevere il denaro, è presieduta proprio dal presidente della cooperativa Blu Pegaso. «Perché non avremmo dovuto dare una mano alla fondazione che presiedo? La Poieo sta facendo tantissimo nel settore della ricerca sul cancro e dell'assistenza ai malati oncologici. E per raccogliere fondi non esitiamo ad allestire banchetti dove vendiamo salsiccia e formaggio. Questa era una buona occasione per incassare un po' di fondi che, tra l'altro, servono a testare un farmaco che potrebbe rivelarsi determinante nella lotta contro i tumori». Dubbi anche su un altro aspetto. Nell'invito, i p.r. annunciavano negli inviti che “buona parte del ricavato” sarebbe andata in beneficenza. Che cosa significa buona parte? «Una parte, ovviamente, doveva coprire le spese, comprese quelle per l'organizzazione: d'altronde, a fare beneficenza eravamo noi. I p.r. non lavorano mica gratis». ( mar.co. )

09/12/2008