Il presidente Cappellacci a Roma con i rappresentanti dei Movimenti Interessanti aperture dall’incontro con il direttore dell’Agenzia delle dogane
FISCALITÀ DI VANTAGGIO»LE PROSPETTIVE
di Alfredo Franchini wCAGLIARI La Regione continua a percorrere la strada che, nelle intenzioni della giunta, dovrebbe portare all’istituzione della zona franca. Mentre a Cagliari l’Autorità portuale, Massidda, (non ancora revocato), ha predisposto la delibera per la recinzione di sei ettari dell’area portuale destinata a creare un punto franco, il presidente Cappellacci ha incontrato a Roma il direttore dell’Agenzia delle dogane, Peleggi. L’obiettivo della giunta, non è l’istituzione dei sei punti franchi doganali, previsti dallo Statuto, ma la zona franca integrale. Con Cappellacci hanno preso parte all’incontro i rappresentanti dei Movimenti per la zona franca (Randaccio, Impera e Scifo) e il deputato del Pdl, Salvatore Cicu. Coinvolgere al tavolo governo-regione anche l’Agenzia delle dogane era stato un obiettivo che il presidente della giunta aveva posto sin dall’estate scorsa. Il direttore dell’Agenzia, Peleggi - informa l’Ufficio stampa della giunta - ha assunto l’impegno di accelerare l’iter con la comunicazione all’Europa, previo urgente invio del piano operativo, per l’operatività della zona franca di Cagliari. Ma la cosa più rilevante - a giudizio del presidente della Regione - è che «non è stato sollevato alcun rilievo riguardo a un’interpretazione estensiva del decreto legislativo della giunta finalizzata a considerare l’intera Sardegna come zona franca doganale, utilizzando come punti di ingresso e di uscita gli scali portuali e aeroportuali. «Stiamo seguendo un percorso serio, nel rispetto delle regole», ha precisato il presidente Cappellacci, il quale precisa, però, che ora occorrerà un pronunciamento del governo nazionale in merito agli aspetti extradoganali e al riconoscimento della zona franca integrale della Sardegna. «Il governo ha il dovere – dichiara il presidente della giunta – di fare propria la nostra rivendicazione, quella di un’isola che non vuole vivere di assistenzialismo, ma d’impresa e di lavoro. Vogliamo camminare con le nostre gambe – sostiene Cappellacci – e per questo chiediamo di essere messi nelle condizioni di poterlo fare. La zona franca è una giusta compensazione per gli svantaggi derivanti dall’insularità ed il motore per far ripartire il sistema economico sardo».