Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Cagliari, sit-in e tensione a Tuvixeddu

Fonte: La Nuova Sardegna
9 dicembre 2008

SABATO, 06 DICEMBRE 2008

Pagina 6 - Sardegna


Il 17 la decisione del Tar. Parlamentari chiedono un incontro al ministro Bondi
CAGLIARI. Cinquanta studenti hanno protestato all’ingresso dell’area di Tuvixeddu, dove la necropoli punico-romana più grande del Mediterraneo rischia di finire circondata da edifici di lusso. Si sono sistemati di fronte al cancello del cantiere Coimpresa, su via Is Maglias.
C’è stato qualche momento di tensione quando un’auto ha forzato il blocco dei manifestanti e una ruota è passata sul piede di un ragazzo. Urla, qualche parola grossa, nessun incidente.
Qualcuno ha preso il numero di targa dell’auto e l’ha girato alla polizia: accertamenti in corso. A organizzare il picchetto sono stati i giovani di Unicamente, una delle associazioni impegnate in questi mesi nell’occupazione delle facoltà per protestare contro i tagli della finanziaria legati alla riforma Gelmini. Giorni fa hanno partecipato a un incontro con Legambiente dove hanno preso informazioni aggiornate sulla vicenda di Tuvixeddu.
Ieri hanno deciso di fare qualcosa di concreto: una protesta pubblica, che richiamasse l’attenzione sul pericolo corso dall’area archeologica. Protesta che si allinea idealmente a quella lanciata dall’osservatorio parlamentare su Tuvixeddu, autore ieri di una lettera indirizzata al ministro dei Beni culturali Sandro Bondi: firmata dai senatori Roberto Della Seta, Francesco Sanna e dai deputati Guido Melis e Amalia Schirru per chiedere un incontro urgente e ribadire la necessita di attuare tutte le misure possibili «per tutelare e salvare dalla cementificazione la più grande necropoli punico romana del Mediterraneo». L’idea è di farne un grande parco archeologico, la stessa dell’amministrazione regionale guidata da Renato Soru, che combatte una battaglia giudiziaria finora perdente contro il gruppo Cualbu e il comune di Cagliari. La nuova lettera arriva al ministero dei Beni Culturali negli stessi giorni in cui i lavori sul colle potrebbero riprendere, scaduto lo stop trimestrale imposto dalla Regione in base alla legge urbanistica.
Intanto sul fronte giudiziario l’attesa è fortissima: il 17 dicembre potrebbe essere il giorno decisivo per le sorti del colle punico di Tuvixeddu. Il Tar esaminerà un ricorso presentato dagli Amici della Terra nel 1999 cui l’associazione ecologista ha aggiunto nei giorni scorsi una nuova memoria con la richiesta di annullare i nullaosta paesaggistici che stanno alla base dell’accordo di programma del 2000, quello che ha dato l’ultimo via libera al progetto edificatorio di Nuova Iniziative Coimpresa. Se il ricorso venisse accolto la Regione dovrebbe annullare l’accordo sottoscritto otto anni fa dall’amministrazione guidata da Mario Floris. Ed è curioso osservare come la Regione di oggi sia controparte dell’imprenditore privato, mentre quella di ieri è controparte degli ambientalisti allineati con la giunta Soru. Come dire che se la Regione perderà la causa del 17 dicembre uscirà vincitrice nella veste attuale, guidata da Soru. Ipotesi tutt’altro che irrealizzabile, perchè gli stessi riferimenti giuridici utilizzati dal legale degli ambientalisti Carlo Augusto Melis nel 1999 e nelle memorie aggiunte la scorsa settimana sono alla base del decreto col quale l’ex sovrintendente paesaggistico Fausto Martino ha annullato a settembre scorso gli ultimi due nullaosta concessi dal comune di Cagliari alla Coimpresa in agosto: manca il parere obbligatorio della sovrintendenza paesaggistica, non è stato neppure richiesto. Si tratterebbe - ha sostenuto Martino - di un «vizio esiziale» per la procedura autorizzativa. Esattamente quanto aveva sostenuto l’avvocato Melis quasi dieci anni fa.
Se il Tar confermerà questa lettura dei documenti, i nullaosta saranno annullati e la Regione annullerà in autotutela l’accordo di programma del 2000. Come dire: reset sulla pratica Tuvixeddu e vittoria per chi vorrebbe tenere i mattoni lontani dalle sepolture puniche.