Voglio fare una premessa sul mio modo di vivere questa giornata, sono cristiana, anche se ho un modo di esserlo tutto mio[Antonella Casula]
di Antonella Casula
Ieri come per migliaia di persone, la mia giornata inizia prima del solito, tra poco arriverà Papa Francesco e noi sardi ci prepariamo ad accoglierlo nel migliore dei modi con l'ospitalità che ci contraddistingue. Cagliari è bellissima senza macchine, con i parcheggi vuoti che mettono in risalto quanto sono belle le sue strade, so che in molti non saranno d'accordo con quello che dirò, ma ho suggerito all'Assessore Mauro Coni di istituire il divieto di transito e parcheggio per un w.e. al mese, che bello godersi la città a piedi!!! Ho vissuto questa giornata osservando quello che accadeva intorno a me, usando occhiali diversi: quelli della bambina, dell'adulta, della psicologa, dell'ospite e dell'ospitata e come il buon vino che facciamo ossigenare per far si che prima di essere bevuto sprigioni al meglio i profumi e i sapori migliori, anche io ho decantato le sensazioni provate in questa giornata.
Voglio fare una premessa sul mio modo di vivere questa giornata, sono cristiana, anche se ho un modo di esserlo tutto mio, arrabbiandomi contro chi usurpa quello che il ruolo in odore di incenso gli consente, non accetto il potere che i più nascondono dietro l'abito talare. Ho sempre condannato la Chiesa e chi professa le sue dottrine, le bigotte e i bigotti, da secoli l'umanità ha pagato le malefatte di questo "mondo" dove a nessun esterno era concesso interferire e dove gli accordi presi nelle varie epoche con i vari capi di Stato, hanno prodotto solo grandi danni, lasciando lo strascico in tutti i tempi fino ai giorni nostri. Ho però conosciuto grandi uomini di Chiesa, come Don Ettore Cannavera e Don Mario Cuscusa, parroci della nostra isola, poi Don Gallo e Don Ciotti, che meritano un posto di rilievo per quello che hanno fatto e fanno nella società civile, che giorno dopo giorno fanno si che persone come me credano ancora che osservare una buona dottrina cristiana sia possibile. Hanno pagato le conseguenze delle loro idee rivoluzionarie in prima persona, ma a me e a tanti altri hanno insegnato a non perdere la fede in qualsiasi modo la si voglia.
Non faccio una grande fatica ad alzarmi presto, mi preparo ed esco senza sapere cosa aspettarmi da questa domenica insolita. Nell'aria si respira un clima diverso e appena arrivo alla fermata dell'autobus mi accorgo che qualcosa è inconsueto rispetto al solito. Intanto saluto e il mio saluto viene ricambiato anche con il sorriso da parte delle persone in attesa del mezzo che ci porterà alla Basilica di Bonaria. Appena l'autobus arriva siamo tutti gentili, nessuno spinge, ci facciamo spazio a vicenda e questo avviene fino alla fine del percorso dove arriviamo come sardine in scatola, anzi l'autista, che per nomea non sempre è gentile e spesso quando ritiene che non ci sia più posto passa dritto alle fermate alle volte con un ghigno da far perdere le staffe a chiunque, ieri si ferma ad ogni fermata ed invita i presenti a far posto a chi vuole salire, anzi udite udite, lo fa sorridendo. Aiuto una signora anziana a scendere che mi chiede in che direzione vado, guardo l'orologio e mi accorgo che è presto, quindi le propongo di accompagnarla dove l'aspetta il suo gruppo. La Signora mi prende a braccetto e mi racconta chi deve incontrare, che suo marito è uscito all'alba a piedi per organizzare al meglio il loro gruppo, quanti e quali sono i Papa che ha conosciuto e di quanto è emozionata per la giornata di oggi. Quando avvista il suo gruppo accellera il passo, quasi mi trascina, mi viene in mente quando da piccola uscivo con mia nonna a fare la spesa, mi presenta ai suoi amici e ci lasciamo salutandoci come vecchie amiche. È ancora presto e passeggio come una turista in via Roma, osservo tutto e tutti, ci sono tante persone, i gruppi arrivati da tutti i paesi della Sardegna con i meravigliosi costumi tradizionali dei nostri paesi, la gente ha sul viso un'espressione di speranza, sembra quasi che vogliano trasmettere la sicurezza che qualcosa da oggi cambierà e vedo tutti come dei bambini in attesa della slitta di Babbo Natale carica di doni. È questa l'espressione che hanno le migliaia di lavoratori e disoccupati che aspettano nel Largo Felice, di fronte alla Basilica di Bonaria e in tutte le strade della città, la speranza che Papa Checco sia oggi come Babbo Natale, quello che non lascia mai nessuno senza un dono in quella notte magica. I loro sguardi, se osservati attentamente, nascondono un velo di tristezza, suppongo stiano pensando alla rata che scadrà l'indomani, a come fare a comprare i libri per i figli, o le scarpe per andare a scuola, perché il piede cresce come la crisi, molti altri a come mettere insieme il pranzo o la cena, molti hanno gli occhi lucidi mentre parlano con chi gli sta a fianco, chissà cosa si dicono, in ognuno leggo la speranza per le parole che si aspettano di sentire, quasi siano indispensabili per la loro sopravvivenza e mi viene da pensare che purtroppo lo sono. Molti hanno fatto grandi sacrifici per venire fin qui, ma il richiamo per le parole di quest'uomo è forte. A breve sentiremo il suo incoraggiamento ad essere forti e dignitosi, a non farci rubare la speranza, a difendere il lavoro e la nostra dignità, dirà ai giovani di buttare le reti e diventare pescatori di uomini, abbraccerà i malati di tutte le età, accarezzerà i bambini, parlerà con i detenuti, i poveri, incoraggerà i giovani politici, nei quali ha trovato nuove idee, ad impegnarsi per far cambiare musica alla politica, sembra quasi un incoraggiamento ad un emozionatissimo Sindaco Zedda dopo il bel discorso che ha fatto, insiste dicendo ancora che è tempo che i giovani prendano il sopravvento. Ma mi chiedo è possibile che uomo in una sola giornata riesca ad arrivare al cuore di tutti? Avranno capito i baroni della politica che ora di lasciare le loro poltrone? Ci arriva perché dice quello che magari vorremo sentire dai nostri politici di destra e sinistra (oggi non ci sono distinzioni, come in tutte le crisi la colpa è di ambedue le parti).
Un ringraziamento alle donne e agli uomini della scorta, quanti bambini hanno preso in braccio per far si che Papa Checco potesse toccarli e sempre col sorriso, spesso loro stessi accarezzavano i bambini che si allungavano verso le loro braccia. E il lavoro dei tiratori scelti appostati sui tetti con 30°, le forze dell'ordine presenti in città, le migliaia di volontari non sono da ringraziare? Mi sembra di poter dire che la macchina organizzativa ha funzionato alla perfezione, grazie a tutti!!! E anche noi ci siamo comportati bene anche se, a tarda notte restano le strade piene di rifiuti, ancora non siamo preparati a portare via la spazzatura o a depositarla nei contenitori. Eravamo in 400 mila e quello che in ognuno di noi è rimasto è l'invito a non perdere la speranza, parole pronunciate da un uomo che noi tutti vorremo come guida all'universo intero e pensando a quello che ha lasciato in una giornata come oggi, credo sarebbe in grado di cambiere la storia di tutti noi. L'aereo con a bordo Papa Checco vola alto sui cieli di Cagliari, mi sono chiesta come quest'uomo sia riuscito ad essere sempre attento, sorridente e a parlare con tanta lucidità dall'inizio alla fine di questa lunga giornata.
Chissà se i buoni propositi, la gentilezza, i sorrisi, le buone maniere che oggi ci siamo portati a casa, riusciranno a perdurare almeno fino a fine mese. Si sa anche il vino se lo si lascia troppo all'aria perde i suoi meravigliosi profumi e sapori e a volte noi umani abbiamo la memoria corta, ma voglio credere che stavolta si possa tenere più a lungo questa bella sensazione, magari coltivandola un po' per ciascuno in modo da non perderla del tutto.