Rassegna Stampa

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Povertà. In Sardegna sono 147mila le famiglie in difficoltà economica

Fonte: web cagliaripad.it
17 settembre 2013

Sono i dati illustrati stamani a Cagliari durante la presentazione del quinto report sull' impoverimento delle famiglie curato dalla Caritas Sardegna


 

Non servono solo misure ad hoc, ma anche e soprattutto un efficace sistema di welfare integrato e progetti differenziati che prevedono il rispetto di un vincolo o un patto di reciprocità proporzionato alle concrete possibilità delle persone con disagio economico, dando maggior peso ai servizi pubblici locali. Sono queste le richieste che la Caritas Sardegna avanza davanti all'aumento delle povertà relative, rilevato dal quinto rapporto sulla povertà e l'emarginazione nell'Isola.

"Cresce il bisogno di alimentari e di sussidi economici, ma aumenta anche la richiesta di orientamento occupazionale e formativo - spiega il curatore del rapporto Caritas, Raffaele Callia -. Nel 2012 nei centri coinvolti nel rilevamento sono state registrate complessivamente 24.296 richieste di aiuto e il 63,1% rappresenta  la richiesta di beni e servizi materiali, mentre nel 2010 si arrivava al 48%. Oltre alla disoccupazione, infatti, che rappresenta il 22% delle voci che portano a chiedere aiuto - aggiunge - l'altra causa di bisogno è il reddito insufficiente o l'assenza di reddito (entrambi al 14%)".

"Occorrerebbe mettere maggiori risorse nella disponibilità degli enti locali, che sono più vicine ai bisogni dei cittadini in difficoltà - ha spiegato ancora Callia - inoltre occorre verificare l'efficacia e l'efficienza delle azioni messe in campo".

Secondo il presidente della conferenza episcopale sarda e arcivescovo di Cagliari, monsignor Arrigo Miglio, "la famiglia rappresenta il massimo ammortizzatore sociale, ma sembra che oggi tutto vada verso l'incentivazione della vita delle persone singole".

Il direttore della Caritas diocesana di Cagliari, don Marco Lai, ricordando che il rapporto viene pubblicato a pochi giorni della visita di Papa Francesco, ha spiegato che "la situazione in Sardegna ristagna: dal 2011 al 2013 sono aumentate le persone che si sono rivolte ai centri di ascolto, perché è aumentato il bisogno. Rimane centrale il tema dell'istruzione e della formazione, oltre alla perdita dei posti di lavoro e alla crisi".