PIAZZA GARIBALDI. Lo storico istituto ristrutturato dal Comune

Grembiulino blu, capelli a spazzola e sguardo birichino. Stefano, sei anni, esce dal portone trascinando lo zainetto quasi più grande di lui: «Abbiamo scritto», racconta raggiante. Poi tira fuori il quaderno e fa vedere ai genitori il risultato del suo primo giorno di scuola. Il papà, Carlo Orrù, tiene per mano il suo piccolo ometto. «È stata un'emozione grandissima, sia per l'evento sia per la riapertura del Riva. Ci tenevo a iscriverlo qui». La mamma, Lucia Cau, guarda il suo Stefano orgogliosa, poi tira fuori l'iPad e immortala l'ingresso. All'uscita riguarda il filmino e scoppia in lacrime.
In piazza Garibaldi, nella scuola che riapre dopo cinque anni di lavori di ristrutturazione, la campanella per i più piccoli suona alle nove e mezza. Gli occhi dei grandi sono lucidi, i nuovi scolaretti esibiscono gli zainetti con gli amici, pronti a entrare nel mondo della scuola. All'ingresso un cartellone colorato dà il benvenuto: «Il sedici settembre, primo giorno di scuola al Riva», nel passamano delle scale, i palloncini colorati riscaldano l'atmosfera. Il preside chiama i bambini uno per uno e consegna loro una cravattina di cartone giallo col proprio nome scritto col pennarello. Poi li divide per classe. L'uscita è a mezzogiorno e mezzo, superata la fase del distacco, fuori i genitori sorridono. «Finalmente hanno deciso di riaprire, abbiamo aspettato tanto, ma ne è valsa la pena», commenta Carmen Ramos De Castro, mentre aspetta che Marco e Marta escano.
Le mamme fanno capannelli sulle scale. «Aurora era stata qui il primo anno della materna», racconta Pina Melis. «Dopo cinque anni siamo tornati». Ma le sensazioni sono sempre le stesse. Anna Minnei fa parte del comitato spontaneo nato per la riaperture del Riva: «Essere qua oggi è una bella soddisfazione, è stata una battaglia, ma ce l'abbiamo fatta». (sa. ma.)