GIORGINO. Migliaia di cagliaritani e turisti all'appuntamento
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Sono passati 28 anni dalla prima Sagra del Pesce di Giorgino. Da allora non è cambiato niente. Il Villaggio Pescatori è sempre uguale. Un mondo a parte, un piccolo borgo marinaro che sarebbe piaciuto a Ernest Hemingway. Dieci strade prive di toponomastica e centotre anime (un tempo erano molte di più) che popolano le casette dai tetti rossi tirate su nel '43 davanti alla chiesetta di Fatima.
Anche i protagonisti della Sagra sono sempre gli stessi, un po' invecchiati magari, ma sempre loro. Gente fiera, sorridente, ospitale. Guglielma Curcio, 70 anni, non ha saltato un'edizione. «Sono nata e cresciuta qui, mi chiamano tutti Mimma. La Sagra è l'evento dell'anno. I preparativi cominciano tre mesi prima. Ci teniamo a fare bella figura». Tutto dev'essere perfetto e lo è sempre. Sabato e ieri migliaia di buongustai si sono messi in fila per sa lissa e su pisci a collettu (fave lesse). Bracieri accesi dalle 18,30 e degustazioni fino a mezzanotte.
NUMERI IMPRESSIONANTI Tremila piatti ogni 45 minuti e 27 quintali (2,7 tonnellate) di pesce offerto. Non solo muggini ma anche sardine, insalata di polpo, fritto di gamberi, calamari, triglie, occhioncelli e razza. Più pane fatto in casa, fiumi di vino da ritiro della patente e una rinfrescante fetta d'anguria.
ODORE DI FRITTO Sapori antichi e un profumo da svenire che cominciava a sentirsi da viale La Playa, a un chilometro di distanza, oltre Sa Scaffa. « Sa lissa è un'arte. Il muggine? Bisogna saperlo arrostire». Il maestro de sa cardiga Giovanni Montaldo, 64 anni, è un superesperto. «Non esiste un tempo di cottura. Quando l'occhio diventa bianco è pronto». Fantastica la burrida, al punto che a ottobre una tv privata lombarda invierà una troupe per carpire i segreti della ricetta tradizionale. Parcheggi strapieni (perfino il campo di calcio si è trasformato in area di sosta) e megafesta nel piazzale con il duo Marcello e Tino (musica anni 70 e 80).
POCHI TAVOLI Un solo problema, pochi tavoli. Ma è così da sempre. Gli habituè della Sagra lo sanno e certo non si scandalizzano. I muggini sono stati sbranati sui cofani delle macchine, sui davanzali, sui gradini o per terra. Nessun problema, tutti contenti. Organizzazione diversa nella sala vip, ossia il circolo del pinnacolo e di su scialandroni riadattato per un giorno a sala da pranzo. In questo caso i fortunati commensali, tra cui alcuni dirigenti comunali, sono stati serviti e riveriti. Organizzazione a cura di Carlo Floris, Rodolfo Cherchi, Giovanni Fonnesu, Giovanni Montaldo, Giovanni Pusceddu, Graziella Aramu e Ignazio Abis (detto “Vecchio”) con la benedizione del parroco, don Marcello Lanero.
Paolo Loche
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