Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Sit-in dei richiedenti asilo in via Roma

Fonte: La Nuova Sardegna
3 settembre 2013

Da tre mesi ospiti nel centro di prima accoglienza di Elmas, contestano la lentezza delle procedure per i documenti

LA PROTESTA»DAL CORNO D’AFRICA ALLA SARDEGNA




di Stefano Ambu w

CAGLIARI La prima parola che dice Al Cimraan, 21 anni, originario della Somalia è freedom, libertà. La seconda è «documenti»: per scappare via dalla Sardegna con il foglio che attesta l'accoglimento della richiesta di asilo politico. Per questo lui e oltre cento ospiti del Cspa-Cara (centro soccorso prima accoglienza-centro accoglienza richiedenti asilio) ieri sono scesi in strada: dalle 13, dopo la mattinata trascorsa in viale Buoncammino davanti agli uffici della Prefettura, hanno paralizzato il traffico sedendosi tutti quanti sull'asfalto dell'incrocio più attraversato della città, quello tra via Roma e il Largo Carlo Felice. La protesta era cominciata con il viaggio in navetta a Cagliari. Direzione viale Buoncammino: per tre ore sono rimasti davanti agli uffici della Prefettura. La ragione? Più o meno tutti dicevano la stessa cosa: siamo qui da tre mesi, perché non ci fanno andare via? Loro, che arrivano soprattutto dal Corno d'Africa, devastato dalla fame e dalla guerra e che hanno percorso chilometri e chilometri tra terra e mare prima di approdare prima a Lampedusa e poi in Sardegna, non capiscono i tempi tecnici, la burocrazia o le convocazione di commissioni ad hoc. Vogliono soltanto andare via da una terra che purtroppo può offrire loro ben poco perché sperano di costruirsi un futuro, anche lavorativo, nella Penisola o in Francia, Germania o Regno Unito contando su quelli che ce l'hanno fatta e che, parenti o amici, li aspettano nel ricco nord. Verso le 13 la manifestazione sembrava bella e terminata, ma in realtà stava solo entrando nel vivo: i protagonisti della protesta sono arrivati in via Roma e, cosa mai vista prima, si sono seduti al centro del crocevia più battuto dagli automobilisti. Una protesta silenziosa e pacifica. Sul posto sono arrivati subito polizia, carabinieri e vigili urbani per evitare tensioni e far sì che la città non fosse totalmente paralizzata: consentita la svolta a sinistra dal Largo per via Roma, ma impossibile puntare dritti verso il porto. Chiuso anche il tratto di via Roma tra piazza Matteotti e il Municipio. Nessuno slogan: per la protesta gli ospiti del Cspa hanno scelto una formazione a "elle" per bloccare l'incrocio. Molte lamentele da parte degli automobilisti. Alle 17 i manifestanti hanno incontrato il viceprefetto. Le risposte? Buone per quanto riguarda i miglioramenti della struttura, mentre sulle procedure per l'asilo politico ci sarebbero problemi legati a Roma. Oggi visita di una delegazione di parlamentari Pd anche in seguito alle lamentele degli ospiti. «Il Centro soccorso di prima accoglienza non è una prigione», dice il direttore della struttura Francesco Lo Sardo. «Non è un carcere perché dalla struttura si può uscire liberamente: dalle 8.30 alle 20.30 – spiega – gli orari sono stabiliti non da noi ma dalle direttive ministeriali. I collegamenti con Cagliari sono assicurati da navette che a volte fanno anche cinque-sei viaggi all'andata e altrettanti al ritorno". Il centro ospita 213 profughi con venti donne: tutti arrivati da Lampedusa. «L'assistenza – continua Lo Sardo – è garantita da un medico e da un infermiere per tutta la giornata e ci appoggiamo al poliambulatorio di viale Trieste. Anche il menù è scelto dagli ospiti». Il costo è di 100mila euro mensili, per dare una speranza a chi non ha più nulla. In serata nuovo sit in sempre in via Roma. In 133 non hanno fatto ritorno a Elmas. Se non lo faranno per tre giorni di fila perderanno il diritto al sostentamento da parte del governo.