Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

In città più pasticci che graffiti

Fonte: L'Unione Sarda
30 agosto 2013

Mario Denotti, esperto di “visual art”: «Ragazzini senza guida, non hanno spazi»

 

Nei muri solo scarabocchi: «Dannosi, manca la qualità»


 

Cagliari è la città di tags a throw ups. Due termini che alla maggior parte degli abitanti dicono poco o nulla, ma che in realtà hanno a che fare con questi fenomeni in ogni strada in cui vanno. Si tratta delle scritte sui muri che purtroppo sempre di più si vedono nelle vie. Pasticci, senza dubbio. A confermarlo non è uno qualsiasi ma Mario Denotti, 38 anni, un artista cagliaritano di “visual art” che vive a Londra da quindici anni e che gira il mondo occupandosi di tutto ciò che ha a che fare col disegno e la pittura.
IL FENOMENO Denotti qualche settimana fa è tornato in vacanza nella sua città dopo dieci anni. Facendo il viaggio dall'aeroporto a casa sua, ovviamente, l'occhio è caduto sulle pareti delle strade. Deformazione professionale: «È stato uno choc vederle in queste condizioni. Non ho potuto fare a meno di notare la scarsa qualità dei murales/graffiti in giro. Anzi, in realtà sono solo povere realizzazioni di tags e throw ups, che ancora di più rispecchiano e inducono alla depressione generale dei cittadini».
L'IDENTIKIT Minorenni, che non sanno cos'altro fare, senza una guida e soprattutto senza la possibilità di sfogarsi in qualche luogo autorizzato. Ecco l'identikit di chi sporca i muri della città. «Lo fanno per poi vantarsi con gli amici a scuola, durante l'ora di ricreazione - dice Denotti - non sanno come esprimersi, non hanno le capacità tecniche». In un marasma di pasticci, qualche lavoro ben fatto però c'è: «In viale Marconi c'è un murales di ottima qualità - prosegue - poi, raramente, ci sono disegni grezzi ma incoraggianti, messaggi chiari attraverso i quali questi ragazzi chiedono spazi e aiuto».
SENZA GUIDA Un altro problema è la mancanza di artisti competenti che creino un vero e proprio movimento in città: «A Londra ogni quartiere ha una zona dove noi “vecchi” del mestiere lavoriamo e allo stesso tempo facciamo da insegnanti a chi si vuole affacciare a questa arte». A Cagliari, per ora, nulla di tutto questo: «Non solo - prosegue - io, che sono dentro quest'ambiente da tanti anni, non ho mai sentito parlare di cagliaritani che fanno il mio stesso lavoro. Basti pensare che esiste un solo negozio dove vendono bombolette specifiche per il mio mestiere. La maggior parte di coloro che disegnano sui muri magari neanche lo sanno, e comprano qualsiasi prodotto». Per questo lancia un appello: «Chiunque sia competente del mio settore mi contatti, si potrebbe lanciare un movimento cittadino ufficiale, che possa dare una mano a questi ragazzini che senza una guida finiscono per creare solo danni».
POCHI SPAZI Infine, Denotti, mette in risalto anche le responsabilità di chi ha amministrato la città negli ultimi decenni. «A Cagliari non esistono spazi autorizzati per permettere ai ragazzi si sfogarsi ed esprimere le loro qualità - spiega - Si potrebbe partire, per esempio, dai palazzetti e dagli skate park». E perché no, organizzare lavori in occasione di eventi speciali che riguardano la città o un quartiere: «Magari si potrebbero montare dei pannelli dove disegnare graffiti a tema - prosegue Denotti - che poi verrebbero tolti una volta finita l'iniziativa». L'importante è integrare il lavoro con l'ambiente che lo circonda: «Qua invece si va in un luogo qualsiasi e si pasticcia un muro a caso, senza un ragionamento alla base». E soprattutto senza avere i permessi necessari. Imbrattare i muri di edifici pubblici e privati senza autorizzazione, è bene ricordarlo, è un reato.
Piercarlo Cicero